Le conseguenze dell’alluvione in Emilia-Romagna sono inarrestabili: tra i danni terribili dettati dell’evento estremo ci sono 15milioni di alberi da frutto da espiantare e ripiantare. Scopriamo cosa sta succedendo.
Tra gli eventi climatici estremi del Bel Paese più gravi degli ultimi, l‘alluvione dell’Emilia-Romagna ha portato a danni davvero impattanti. Lo scorso 13 maggio una bomba di acqua si è scagliata contro la regione, allagando un totale di 24 Comuni. Tra vittime e sfollati, le piogge immani hanno fatto esondare 22 fiumi, portando a conseguenze allarmanti.
Tra queste per esempio i rifiuti sparsi per tutta zona, ma non solo. Ora quello che preoccupa sono i 15milioni di alberi ricoperti di fango. Il risultato? Sono da espiantare e reimpiantare, portando a ripercussioni molto negative sul mercato della frutta a livello nazionale.
Alluvione in Emilia-Romagna: la strage degli alberi da frutto, cosa sta succendo
Le zone colpite dall’alluvione dell’Emilia-Romagna sono in ginocchio (qui trovi un approfondimento dedicato alle cause di questo drammatico evento).
Tra i tanti danni, a pagare le conseguenze della tragedia sono gli innumerevoli alberi da frutto della zona, tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, e altri ancora, che sono stati travolti dal fango dettato dall’alluvione.
Le loro radici ormai sono state soffocate, tanto che si sono trasformate in macerie: e così gli alberi andranno espiantati e reimpiantati. Il timore è ora per il futuro del comparto ortofruttifero. Si prospetta, infatti, un calo della frutta disponibile, con un conseguente aumento dei prezzi. Questo si fa sentire non solo in Emilia-Romagna, ma in tutta l’Italia, considerando che circa il 20% delle albicocche è prodotto nella Regione. Secondo le stime, ci vorranno anni per tornare alla normalità.
A sottolineare questo quadro allarmante in particolare è Coldiretti, rilevando anche come l’alluvione terribile abbia portato danni incontenibili per più di 5 mila azienda agricole e di allevamento, la cui produzione ogni anno raggiunge 1,5 miliardi di euro di fatturato.
L’acqua e il fango del tremendo evento climatico hanno devastato serre, edifici, rurali, stalle, attrezzi, stalle, frutteti e terreni che dovranno essere ripristinati. A tutto questo si aggiungono i 15 milioni di alberi da frutto letteralmente marciti: le perdite sono immense.
Anche gli allevamenti vertono in condizioni pessime, con un bilancio di animali morti affogati da brivido. Le frane hanno reso difficile raggiungere gli allevamento, non riuscendo così ad assistere tempestivamente gli animali.