Secondo un professore del MIT siamo sull’orlo di un’estinzione di massa. Scopriamo i motivi e cosa si rischia.
Potrebbe sembrare un titolo esagerato, i soliti avvertimenti esagerati ma questa volta non si scherza. L’essere umano è davvero sull’orlo dell’estinzione. Ad affermarlo non è certo una persona qualunque, ma una delle migliori menti offerte dal MIT, il Massachusetts Institute of Technology, forse la migliore università al mondo.
Stiamo parlando del professore di geofisica presso il MIT, Daniel Rothman, secondo il quale i principi di un’estinzione di massa sono già presenti. Nel corso di questi anni, infatti, gli esperti hanno già analizzato 515 specie di vertebrati terresti, riscontrando che l’1.7% di queste specie conta meno di 250 individui in tutto il mondo, la metà di queste specie invece ne conta appena 1000.
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“Circa il 94% delle popolazioni di 77 specie di mammiferi e uccelli sull’orlo sono state perse nel secolo scorso. Supponendo che tutte le specie sull’orlo abbiano tendenze simili, più di 237.000 popolazioni di quelle specie sono scomparse dal 1900” dichiarano gli scienziati che hanno portato avanti le ricerche di cui sopra.
Secondo il professor Daniel Rothman la causa di questa imminente estinzione sarebbe ancora una volta il cambiamento climatico. La CO2 presente nella nostra atmosfera avrebbe raggiunto un livello molto vicino ad un punto di non ritorno, con il potenziale innesco di una serie di catastrofi ambientali dalla portata inimmaginabile. Stiamo parlando di eventi catastrofici come terremoti, incendi, inondazioni, ed un aumento delle temperature che porterebbe ad una sempre più cosciente siccità.
Parlare di una sesta estinzione di massa vi sembra esagerato? In realtà non è esagerato, dato che il mondo sta percorrendo la strada giusta per un’estinzione. Abbiamo già assistito negli ultimi anni ad inondazione ed incendi sempre più frequenti, con intere foreste bruciate e quindi con una conseguente perdita di polmoni verdi e quindi di ossigeno. Ciò comporta quindi una sempre più maggiore crescita della CO2, ma senza una compensazione da parte della vegetazione. Insomma, un lupo che si morde la coda.
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Ma allora ci si potrebbe chiedere: si è vero che eventi catastrofici di questo tipo stanno già avvenendo, ma come sappiamo se questi eventi porteranno ad un’estinzione? Qui allora ci vengono incontro i dati scientifici e la storia.
Nella storia del nostro pianeta, come spiega il professor Rotham, ad ogni evento di questo tipo, connesso ai cambiamenti di CO2, è sempre collegata una grande estinzione di massa. I dati parlano chiaro: a determinati valori di CO2 rilasciata nell’ambiente corrispondono alcune grandi estinzioni di massa.
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I valori di CO2 del passato sono deducibili dallo studio delle tracce chimiche rilasciate nelle rocce antiche, corrispondenti a quella determinata epoca storica. La soglia del valore di CO2 negli oceani oltre la quale non si torna più indietro sarebbe di 300 giga tonnellate. Nel 2100, continuando così, il nostro pianeta ne avrà prodotte già 500 gigatonnellate. Ovviamente non sempre si sono riscontrate conseguenti estinzioni di massa, ma la scienza parla chiaro: la probabilità di una sesta estinzione di massa è molto alta se si continua di questo passo.