Il solstizio d’inverno arriva oggi 21 dicembre, il giorno dell’anno con meno ore di luce solare. Ma cosa significa davvero e come funziona?
Durante l’anno andiamo incontro a due solstizi ed entrambi si riferiscono al moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole, andando a definire il punto massimo e minimo di declinazione. Con il solstizio d’estate, che cade il 21 giugno, il sole pare appunto fermarsi. La terra raggiungendo il punto massimo di declinazione è maggiormente esposta ai raggi solari e ci ritroviamo a vivere il giorno più luminoso e lungo dell’anno. Contrariamente, con il solstizio d’inverno ha inizio la stagione invernale, ed è il momento in cui il Sole raggiunge il punto di declinazione minima. La conseguenza è che la Terra si ritrova maggiormente al buio, ricevendo poca luce dal sole, da questo momento in poi le giornate riprendono ad allungarsi, anche se in modo progressivo.
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La parola solstizio ha origine dal latino solstitium, unione di sol, “Sole”, e sistere che significa “fermarsi”. Oggi alle 16:58 la Terra si è appunto fermata sancendo l’arrivo del solstizio d’inverno. Ma la durata del giorno nell’emisfero boreale varia a seconda della posizione della Terra. A Napoli, ad esempio, il giorno più corto dell’anno durerà 9 ore e 14 minuti, ma è Milano a detenere il record con sole 8 ore e 42 minuti di luce.
Il solstizio d’inverno è bene precisare che non si riferisce all’intera giornata del 21 dicembre, ma di un momento preciso, l’attimo in cui il moto della Terra rallenta. Inoltre, non si verifica sempre lo stesso giorno, ma può capitare anche il 22 o il 23 dicembre. La ragione è data dalla durata del moto di rivoluzione completo che non corrisponde esattamente a 365 giorni, ma appunto necessita di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 45 secondi. Questa differenza viene risolta con l’introduzione dell’anno bisestile ogni 4 anni.
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Molte civiltà antiche leggevano in questo fenomeno un insieme di significati e valori spirituali, in particolar modo le popolazioni nordeuropee lo celebravano con la festa di Yule, un momento di rinascita poiché dopo la “notte” più lunga dell’anno la luce riusciva sempre ad opporsi. Una curiosità interessante riguarda un antico osservatorio astronomico neolitico chiamato Stonehenge, situato in Inghilterra, composto da pietre, dette megaliti, posizionate in modo da creare dei giochi di luce durante i solstizi.
La tradizione inoltre vedeva nel 13 dicembre, Festa di Santa Lucia, il giorno più breve dell’anno, seppur in modo sbagliato. E’ conosciuto il detto popolare “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia” che, però, si riferisce a ragioni storiche dovute alle differenze tra calendario civile e calendario solare. Nel 1582 ,con l’introduzione del calendario gregoriano, il Solstizio passò al 21-22 dicembre. La festa di Santa Lucia è rimasta sempre al 13 dicembre, mantenendo comunque la fama di “giorno più corto che ci sia”.
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