Ogni giorno le famiglie buttano via chili di cibo: occorre scegliere un’alimentazione sostenibile per abbattere gli sprechi alimentari.
Ogni giorno le famiglie buttano via chili di cibo: occorre scegliere un’alimentazione sostenibile per abbattere gli sprechi alimentari. La salvaguardia del pianeta passa anche dalla tavola. Evitando gli sprechi di cibo è possibile risparmiare risorse primarie, aiutare la naturale e, ovviamente, rendere migliore il nostro stile di vita. Basta sprechi, l’ONU consegna un’agenda su come comportarsi correttamente, nel pieno rispetto ambientale ed ecosostenibile.
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Si tratta di una tabella di marcia che tende a ridurre sprechi e a migliorare la vita di tutti i cittadini tramite alcuni punti, prefissati fino al 2030. Per uno sviluppo più sostenibile occorre rinunciare agli sprechi, anche alla luce del sovraffollamento mondiale. Più aumentiamo e più le risorse a nostra disposizione termineranno prima. Non ci sono materie per sfamare tutti quanti. Perciò, meglio iniziare sin da ora a mantenere un comportamento esemplare, scegliendo l’alimentazione sostenibile.
Per mantenere uno stile di vista sostenibile bisogna prendere coscienza degli sprechi si fanno nella vita quotidiana. Sprechi di acqua e di cibo, di energie e risorse naturali, ma non solo, anche l’utilizzo di pesticidi o di altre sostanze che inquinano l’aria. Ridurre le emissioni di anidride carbonica è l’obiettivo di tutti i Governi, il recente Accordo di Parigi si è focalizzato proprio su questo argomento. Dai dati esaminati, gli sprechi alimentari sono enormi, specialmente nei Paesi più avanzati.
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L’Italia spreca cibo, eppure è uno degli Stati messi meglio, peggio di noi ci sono Germania, Cina, Stati Uniti o Canada. Si stima che a essere buttato è circa un chilo di cibo ogni settimana. Sommato, nel corso dell’anno, è una quantità enorme che potrebbe sfamare centinaia di persone. Il cibo più sprecato è quello che va consumato fresco, come frutta, pane o verdura. Perché si butta via? Perché scade, perché compriamo troppe cose e poi non facciamo in tempo a mangiarle, o perché cuciniamo troppo e lasciamo sempre qualcosa nel piatto.
Insomma, si compra e si cucina troppo. E poi si spreca, creando grossi danni economici e morali. Più alta è la richiesta di cibo e più c’è sfruttamento di manodopera. Inconsapevolmente, fomentiamo sfruttamento di personale (cioè persone pagate poco a discapito di molte ore di lavoro) e sfruttamento degli allevamenti (i danni degli allevamenti intensivi, veri gironi infernali per gli animali). In questo modo cresce anche il tasso di povertà, riducendo di netto tutta la classe media di una volta.
L’alimentazione sostenibile è la risposta giusta a tali problematiche. Questa, consiste in una maggiore coscienza di ciò che si consuma. Ad esempio, mangiare frutta solo di stagione, più buona e salutare, e non richiedere quella importata da fuori. Stessa cosa per la pesca o per gli allevamenti, mangiare meno carne, che tra l’altro fa male alla salute, comporta benefici non solo per il nostro corpo, ma anche per ambiente e animali.
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Bisogna favorire prodotti a basso chilometraggio, per evitare sprechi di carburante e di trasporto. Inoltre, bisogna comprare in modo consapevole, evitando di accumulare cibo che poi scade o si spreca. Anche alcuni supermercati stanno agendo nel modo giusto, facendo sconti sui prodotti in scadenza e promozioni per promuovere prodotti locali, o ancora collaborando con piccoli produttori e col settore alimentare. Cerchiamo, perciò, di adottare un nuovo stile di vita, anche e soprattutto quando facciamo la spesa.