Il cammino dell’ecosostenibilità parte dalla cucina. Gran parte della nostra vita ruota intorno ai fornelli; ma quanto impattano sull’ambiente?
Lo spreco alimentare non è solo uno sputo in faccia a chi non può permettersi una tavola abbondante ogni giorno. Sprecare cibo equivale ad accumulare rifiuti da smaltire e dunque aumentare notevolmente l’impatto ambientale. Nel mondo ogni giorno vengono buttate tonnellate di cibo, e paradossalmente più di ottocento milioni di persone soffrono di malnutrizione.
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Tuttavia c’è chi sta attento agli sprechi, chi si comporta in modo corretto praticando una giusta differenziazione dei rifiuti, chi ha iniziato a percorrere un cammino ecosostenibile; ma questo non basta. Il tortuoso cammino dell’ecosostenibilità passa da scelte responsabili, soprattutto iniziando da uno dei luoghi della casa con più elettrodomestici: la cucina.
Il cammino dell’ecosostenibilità passa dalla cucina. Effettivamente, esclusa la lavatrice, tutti i grandi elettrodomestici hanno a che fare con la cucina. Gran parte della nostra quotidianità si svolge in cucina, è il centro nevralgico della vita domestica e dobbiamo iniziare proprio da qui il nostro cammino ecologico. Come scegliamo la nostra spesa, come conserviamo il cibo, come lo cuciniamo e come gestiamo avanzi evitando gli sprechi.
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In tal senso molte aziende internazionale stanno optando per una riconversione tecnologica, che punti ad innovare e progettare soluzioni indirizzati alla tutela dell’ambiente. Progetti ambizioso e investimenti importanti che sviluppano prodotti e tecnologie a salvaguardia delle risorse in esaurimento. Lo sa bene Grundig, un noto brand tedesco, che sta investendo molto sul concetto di ecosostenibilità.
Il marchio tedesco, il cui valore portante è rispetto delle risorse del pianeta, sta sviluppando una serie di prodotti incentrati sul concetto di economia circolare e di upcycling, dove gli scarti diventano risorse da recuperare e trasformare. I forni Grundig ad esempio sono realizzati mediante il riutilizzo di reti da pesca in disuso, trasformati in componenti di bioplastica.
Inoltre, nell’ultimo anno, il brand ha comunicato di aver riciclato 25 milioni di bottiglie PET, riconvertite in cestelli per lavatrici. Questo ha concesso al pianeta di respirare evitando l’emissione 885 tonnellate di Co2. La sostenibilità è una questione sociale, un’azione di sensibilizzazione. Questa opera pedagogica include ovviamente la limitazione degli sprechi alimentari.
Anche la nota azienda italiano del gruppo Lube, ha investito molto sul concetto di ecosostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale. Le cucine che stanno sviluppando sono un binomio perfetto di ecosostenibilità e di cura del design. Concepire una cucina che sappia conciliare allo stesso tempo, risparmio economico e impatto ambientale è di per sé un grande traguardo.
Uno degli aspetti su cui Lube punta molto è la scelta di materiali di alta qualità, non trattati con sostanze nocive per la salute e per l’ambiente. Le finiture garantiscono una bassissima emissione di composti organici volatili e le superfici sono facili da pulire senza l’utilizzo di detersivi aggressivi.
Sprecare cibo non è solo un’opera svilente nei confronti delle persone più disagiate, non rappresenta solo una perdita economica, ma ha un grande impatto ambientale. La maggior parte dei nostri sprechi alimentari è la principale causa del riscaldamento globale, in quanto i rifiuti organici produco notevoli emissioni di gas serra.
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A tal proposito sono nate molte realtà associative che giornalmente praticano opere di sensibilizzazione sulla delicata tematica. Respect Food a Food for Soul: l’associazione culturale fondata dallo chef Massimo Bottura in collaborazione con Grundig sta cercando si educare il pubblico sul tema de Food Waste mediante l’apertura di refettori in tutto il mondo per promuovere il concetto di ecosostenibilità e di inclusione sociale.