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Lifestyle

È tutto cibo buono quello che mangiamo? Impariamo a consultare l’etichetta

È davvero tutto buono il cibo che mangiamo? Oppure c’è sempre qualcosa che sfugge alla nostra attenzione e non ci fa acquistare alimenti salutari.

Carne (foto da Pixabay)

Conosciamo veramente le pietanze che consumiamo ogni giorno? Ci siamo mai soffermati a leggere un’etichetta? Molto spesso infatti ci capita di fare acquisti e non badare molto a quello che troviamo scritto sull’etichetta. Il nostro sguardo il più delle volte si sofferma giustamente sulla data di scadenza, tralasciando etichetta e lista degli ingredienti.

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Effettivamente è lecito domandarsi se è tutto cibo buono quello che mangiamo, considerando che i controlli a riguardo si sono ridotti. Il tempo in cui i governi investivano tempo e risorse in quelle istituzioni atte al monitoraggio della qualità del cibo in commercio, sta lentamente tramontando. L’enorme influenza delle multinazionali sta lentamente logorando il potere decisionale degli organi di controllo e la loro effettiva veridicità.

La disinformazione sul cibo, lede il diritto di scelta dei consumatori

Salmone affumicato: il caso (foto da Pixabay)

Un dibattito, ad esempio, che impazza tra gli esperti del settore, è quello fra produttori di cibi geneticamente modificati, i cosiddetti OGM, e loro acerrimi oppositori, difensori del BIO. Il nodo cruciale della problematica è legato principalmente all’effetto sulla salute. Il dubbio che pervade molti è come può reagire il corpo assimilando alimenti che sono stati modificati geneticamente.

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L’approvazione nel 2015, da parte dell’US Food e Drug Administration, del primo prodotto ittico OGM, ha segnato un’importante svolta in tal senso. In Canada sono state immesse nel mercato 4,5 tonnellate di salmone modificato geneticamente. Si tratta di un pesce creato in laboratorio inserendo il codice genetico di una specie di pesce gatto, nelle uova di salmone.

Questo consentirà al salmone di assorbire le proteine anti congelamento possedute dal pesce gatto. Una precisazione va però fatta; gli stati in questione non hanno l’obbligo di trascrivere sull’etichetta che il salmone è un prodotto OGM. Questo vuol dire che i numerosi consumatori non sanno quello che stanno mangiando.

A prescindere dal dibattito scientifico sugli effetti del cibo OGM sulla salute, è diritto dei consumatori essere informati su quello che stanno mangiando. In più, cosa veramente importante, è un loro dirotto scegliere se consumare cibo OGM, oppure valutare altre scelte. Tuttavia senza alcuna normativa che obblighi tale precisazione, la disinformazione regnerà sovrana.

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Dunque dobbiamo smettere di fidarci ciecamente di tutto e tutti. La giusta informazione permetterà al consumatore di stabilire le sue scelte in base a ciò che viene descritto. In più è competenza di chi lavora per tutelare i diritti dei consumatori. Fare pressioni sulla comunità internazionale, affinché si possa disciplinare mediante legge, l’esercizio di un diritto al momento negato.