L’Unione Europea viene fermata dalla Spagna nel voler includere l’energia nucleare nell’insieme delle energie “verdi”.
Il governo di Madrid non vede di buon occhio la volontà dell’Unione Europea di classificare l’atomo come energia verde, insieme all’energia derivante dal gas naturale.
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Nella perspettiva degli spagnoli, questo sarebbe un dietrofront alla transizione ecologica e un segnale errato ai mercati finanziari.
Il settore dell’investimento è un elemento chiave in questo contesto. Si può investire in entrambi i mercati, sia quello ecologico che quello nucleare, ma indirizzare il denaro in modo sbagliato darebbe un segnale scorretto in un mondo che sta subendo tutte le conseguenze di un utilizzo energetico errato.
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La questione è stata direttamente sottolineata dalla vicepremier Teresa Ribera, nonché ministro per la transizione ecologica e la sfida demografica. Il governo infatti pensa che nonostante i potenziali introiti, le energie in questione non siano sostenibili o considerabili come “verdi”.
La Spagna è un’importante sostenitrice delle energie verdi, soprattutto al fine della cosiddetta decarbonizzazione dell’economia e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Riprendere ad utilizzare sia gas che nucleare significherebbe retrocedere nel percorso intrapreso.
Il governo riconosce la potenzialità di entrambe le energie per un possibile aiuto al cambiamento energetico ma ciò è limitato nel tempo.
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L’inclusione del nucleare è stata fortemente spinta dalla Francia, uno dei paesi UE maggiormente produttori con un’importante presenza di impianti nucleari sul territorio ma vede anche l’opposizione non solo spagnolo ma anche tedesca.
L’Italia non si è ancora esposta sulla questione ma con poca probabilità verranno contestate le decisioni prese a Bruxelles. Infatti, il nostro paese è fortemente legato al gas, combustibile fossile che utilizziamo tutti in grandi quantità.
Qualcosa è stato fatto anche per le imprese, che si troveranno ad affrontare problemi non da poco a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi del gas. Si è permesso attraverso il decreto Milleproroghe ad attenuare il prezzo del combustibile ed allinearlo con quello dei competitor europei fino allo scadere del 2026.