Coltivare nel deserto ora è possibile grazie ad una innovativa scoperta. Alcuni scienziati sono riusciti in questa operazione impossibile
Gli effetti del cambiamento climatico, l’aumento della siccità, la deforestazione e la coltivazione intensiva favoriscono il fenomeno della deforestazione. Tuttavia l’innovazione scientifica e tecnologica sta varando una serie di esperimenti che consentirebbero la coltivazione anche in terreni aridi.
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Spesso sentiamo parlare di aridocoltura, ovvero l’insieme di quei fattori volti a consentire la coltivazione in ambiente arido. Nello specifico questo nuovo metodo permetterebbe di coltivare anche in assenza di irrigazione e in presenza di precipitazioni minime. Alcuni studiosi cinesi a tal proposito stanno collaudando un esperimento rivoluzionario.
I repentini cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova la salute del nostro pianeta. Un’emergenza globale senza precedenti, che sta generando conseguenze irreparabili come lo scioglimento dei ghiacciai, la perdita della biodiversità e un progressivo fenomeno di desertificazione.
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La desertificazione, in particolare, è un problema grave in relazione all’approvvigionamento alimentare del pianeta. Tuttavia questo incontrollabile fenomeno potrebbe essere frenato grazie alle recenti scoperte di alcuni scienziati cinesi e non solo. Questi stanno sperimentando alcune tecniche che renderebbero coltivabili anche le zone desertificate.
Un team di scienziati cinesi, sta da tempo studiando la composizione della sabbia del deserto di Ulan Buh. Analizzando le proprietà ecologiche e meccaniche della sabbia è stato possibile convertire la composizione arida della sabbia in terreno coltivabile.
Dagli studi è stato determinato che mescolando la sabbia con un composto cellulosico e umidificato è possibile trasformare la sabbia in un terreno fertile. Grazie a questo composto totalmente ecologico e biologico, gli scienziati sono riusciti a far crescere piante di mais, riso, patate dolci, irrigandole direttamente con l’acqua estratta direttamente dalle profondità del deserto.
Un altro studio parallelo a quello cinese che potrebbe dare nuova linfa vitale all’agricoltura giunge dalla Norvegia. Lo scienziato Kristian Morten Olesen ha brevettato un’innovativa tecnologia in grado di rendere coltivabile la sabbia del deserto.
Questa nuova tecnologia,definita argilla liquida, consiste in un processo che mixa nano particelle di argilla con acqua, per poi legarle alle particelle di sabbia, in modo da trasformare il suolo del deserto argilloso e soprattutto coltivabile. Grazie a questo trattamento è possibile, in meno di sette ore, è possibile convertire qualsiasi suolo arido, in un terreno agricolo.
Intanto questa nuova tecnologia è stata sperimentata sul campo, nell’oasi di Al Ain nel deserto degli Emirati Arabi Uniti. I risultati sono stati più che soddisfacenti, l’area trattata ha fatto risparmiare il 50% dell’acqua per irrigare. Dunque in condizione estreme questa nuovo metodo consente di raddoppiare la superficie coltivabile utilizzando la stessa quantità d’acqua.
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Tuttavia questo tipo di trattamento risulta ancora troppo costoso per essere esteso ad una numero elevato di agricoltori. L’obiettivo sul lungo periodo è di rendere questa innovazione accessibile a tutti i coltivatori.