Energia nucleare si o no? è questo l’interrogativo che si pongono molti leader europei dopo la decisione della Commissione di inserire nella tassonomia verde il nucleare
Il dibattito sul nucleare torna ad impazzare il dibattito pubblico contemporaneo. Esperti del settore, politici e associazioni ambientaliste si danno battaglia sull’argomento che da sempre divide l’opinione pubblica. Recentemente due paesi europei, Germania e Austria, hanno espresso la loro posizione contraria su questa possibilità.
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La Commissione europea invece ha elaborato una bozza programmatica per inserire l’energia nucleare e quella prodotta dal gas naturale all’interno della tassonomia verde dell’UE. Dunque secondo il parere della Commissione il nucleare potrebbe rientrare negli investimenti per la cosiddetta transizione ecologica. Tuttavia i paesi a vocazione nucleare stentano a ridurre l’emissione di CO2.
Se l’obiettivo del processo di transizione ecologica è ridurre drasticamente l’impatto ambientale, il metodo più pratico ed economico è dare priorità allo sviluppo delle fonti rinnovabili, piuttosto che al nucleare. A dare una spiegazione razionale e scientifica a quanto asserito, ci pensa uno studio coordinato dell’University of Sussex Business School e dell’ISM.
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I ricercatori hanno rilevato in tutte quelle nazioni che sin da subito hanno puntato subito sullo sviluppo delle fonti alternative, una drastica riduzione delle emissioni di CO2. Cosa del tutto opposta invece per quei paesi a vocazione nucleare.
Andy Stirling professore di Scienze Politiche e Tecnologiche presso la sopracitata Università ha affermato che le risorse impiagate nel nucleare tendono ad essere meno efficaci rispetto a quelle impiegate per l’energia rinnovabile. Ha inoltre aggiunto che l’infruttuoso dibattito sul nucleare rallenta vertiginosamente l’obiettivo di riduzione dell’impatto ambientale da CO2.
Posizione del tutto opposta invece, rispetto a chi ritiene, vedi Bill Gates, che l’energia nucleare è la soluzione più imminente per superare la crisi climatica producendo energia pulita. In ogni caso la Commissione europea ha stabilito determinate tempistiche per dar modo agli stati membri di consultarsi con i proprio esperti. Se la bozza verrà appoggiata da tutti, il piano potrebbe entrare in vigore già nel 2023.
Per il momento le posizioni più critiche sono state prese da Germania e Austria. Il Ministro del clima austriaco ha minacciato azioni legali contro l’UE se il progetto dovrebbe essere attuato, in quanto considerato una soluzione pericolosa e non adatta alla lotta ai cambiamenti climatici.
Della stessa posizione l’SPD il partito dell’attuale cancelliere Scholz, che ha chiaramente condannato l’inclusione dell’energia nucleare nella tassonomia verde. Prese di posizioni che non sorprendono affatto considerando che già nel Cop26 Austria dove anche Lussemburgo, Portogallo, Danimarca si erano opposti al nucleare. Favorevoli invece Francia, Ungheria, Polonia e Romania.
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L’Italia ancora non ha espresso una posizione univoca, in quanto il dibattito interno è ancora molto acceso. Le destre guidate da Forza Italia e Lega si dicono favorevoli allo sviluppo dell’energia nucleare. Di tutt’altro avviso invece le posizioni del Movimento cinque stelle, dei Verdi e dei radicali che ribadiscono che la priorità è investire nello sviluppo delle fonti rinnovabili