,I filtri per rendere potabile l’acqua sono davvero un rimedio per eliminare le tossine presenti al suo interno, oppure non sono così sicuri? Scopriamolo..
L‘acqua potabile è una risorsa naturale primaria grazie alla quale il genere umano riesce a sopravvivere. Si definisce “potabile” quando l’acqua, se ingerita, non costituisce un pericolo per la salute dell’uomo. E’ potabile, ed è quindi possibile consumarla quando “l’acqua è limpida, inodore, insapore, incolore e innocua, priva cioè di microrganismi patogeni e sostanze chimiche nocive per l’uomo”. John Gibb sviluppò il primo impianto di distribuzione di acqua potabile a Paisley, in Scozia, nel 1804. Nel giro di tre anni se ne diffusero altri, capaci di rifornire un’intera città. Oggi l’acqua esce dai nostri rubinetti e proviene dalle falde acquifere oppure dai bacini artificiali, passa attraverso i tubi degli acquedotti e infine arriva nelle nostre abitazioni. Nell’acquedotto l’acqua diventa potabile e, le analisi, vengono effettuate sempre dopo la potabilizzazione. Resta, però, la preoccupazione che l’acqua possa non essere efficientemente depurata. Motivo per il quale in commercio sono stati introdotti alcuni filtri per l’acqua, il cui compito è appunto di purificare l’acqua del rubinetto. Ma è davvero così?
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Molti filtri sono specifici e si concentrano per migliorare il gusto, la freschezza e per diminuire la durezza dell’acqua, ovvero la presenza di calcio e magnesio. Alcuni studi, e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno affermato come l’acqua dura non sia dannosa per il corpo umano, piuttosto l’elevata presenza di calcio e magnesio ridurrebbe l’insorgere di malattie cardiache.
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Il ruolo dei filtri per l’acqua è quello di eliminare tossine come piombo e fibre di plastica. Alcune tipologie vengono definite come filtri a cinque fasi, i quali, secondo le aziende produttrici, sono in grado di rimuovere le tracce di solidi disciolti come piombo, mercurio e fluoruro. Ma, siccome la quantità e la composizione di questi solidi varia, non è possibile accertare quanto siano dannosi o innocui.
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La conclusione è che non sono i filtri per l’acqua a non essere efficienti, ma, sono le stesse aziende idriche e i produttori di filtri ad avere difficoltà nel rimuovere dall’acqua le fibre di plastica microscopiche. In uno studio recente, si è analizzata l’acqua proveniente da diverse parti d’Europa, e al suo interno è stato trovato il 72% di fibre di plastica. Ciò non significa che i filtri non siano prodotti utili o efficienti, perché migliorano senz’altro la purezza dell’acqua. E’ errato, però, pensare che vadano ad eliminare ogni tossina e sostanza esterna ipoteticamente dannose.