Nessuno ne aveva più traccia ma, dopo 120 anni, una specie di animale è ritornata a mostrarsi. A trovarlo, due studiosi italiani.
La notizia è davvero sbalorditiva e rende ancora più orgogliosi gli italiani per i risultati raggiunti dai due studiosi protagonisti della vicenda. Erano trascorsi ben 120 anni dalla sua ultima apparizione e nessuno lo aveva più rivisto. Durante una missione in Africa, i due italiani hanno scattato una foto e la notizia è diventata presto virale.
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Sono notizie come queste che vorremmo leggere quotidianamente. In un periodo storico in cui il nostro pianeta è in grande sofferenza, flora e fauna stanno perdendo le loro specie e si sta cercando di cambiare rotta, sapere che la biodiversità si arricchisce e ritrova un nuovo elemento è davvero confortante. La specie ritrovata dopo oltre un secolo è il lupo rossastro, esemplare simile ad una volpe. La storia della riscoperta è tutta da leggere.
Animale riappare dopo 120 anni: i fatti
Il ritrovamento della specie riapparsa dopo oltre un secolo è avvenuta esattamente due anni fa. Era gennaio 2018 quando Spartaco Gippoliti, esperto di mammiferi, e Luca Lupi, guida naturalistica, si trovavano in Corno d’Africa per condurre i loro studi. Fu proprio durante quel viaggio che Lupi scattò alcune foto immortalando anche un animale molto simile ad una volpe.
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Lo scatto è rimasto fermo nella cartella del computer per circa un anno e mezzo ma, dopo un’approfondita ricerca in letteratura e dopo analisi dettagliate, i due hanno constatato che il lupo fotografato era stato contemplato scientificamente soltanto nel lontano 1897 dallo zoologo tedesco Theodor Noack. Noto come Canis mengesi, il lupo rossastro è stato quindi ritrovato dopo diverso tempo. Secondo i due studiosi, benché le loro ricerche non possano godere di numerosi dati da attenzionare, sono giunti alla conclusione che la distribuzione del lupo sia limitata a quell’angolo di mondo.
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Poiché non vi è stato nessun riscontro della specie nella parte costiera, la tesi più credibile è che la sua presenza sia concentrata nella parte interna del paese. Un nuovo tassello si aggiunge dunque alla biodiversità mondiale e, si spera, ne seguano ancora ulteriori.