Un nuovo caso sta facendo discutere l’Europa intera: quello dei voli fantasma. Sapete quanto inquina un volo che viaggia completamente vuoto?
Nell’era del green e del cambio di rotta da parte dell’Europa sulla questione climatica, proprio i voli invece sono costretti a non cambiare la loro. Nel vecchio continente, il caso dei voli fantasma è davvero senza precedenti e, per la maggior parte dell’opinione pubblica, sembra un controsenso in essere. Gli obiettivi imposti dall’Unione Europea prevedono la riduzione delle emissioni nocive del 55% entro il 2030, ma sarà realmente così?
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A far discutere i più è il caso reso noto dalla stampa belga che ha acceso i riflettori sulla quantità enorme di aerei vuoti o semi vuoti della Brussel Airlines, costretti a volare per non perdere lo slot aeroportuale. Si tratterebbe di circa 3000 aerei in volo senza passeggeri per non perdere la finestra temporale entro la quale gli stessi possono decollare dall’aeroporto. Il tempo consentito è di 15 minuti ed il consenso inizia 5 minuti prima e 10 dopo l’orario stabilito. Ma come è possibile che in un periodo in cui si cerca di ridurre le emissione e le bollette aumentano a causa della scarsità di risorse, accadano fatti del genere?
Non si placano le polemiche intorno al caso dei voli fantasma che ha suscitato commenti da ogni angolo dell’Europa tra cui anche quello della giovane attivista Greta Thumberg. La nuova ondata pandemica ha senza ombra di dubbio avuto effetti devastanti sui mezzi di trasporto. Tante le tratte di autobus e treni cancellate per i pochi passeggeri o per la mancanza di personale purtroppo in quarantena. Ed allora cosa cambia per gli aerei, già considerati i mezzi di trasporto più inquinanti?
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La normativa in vigore prevedeva che fosse garantito almeno l‘80% dei voli per ogni compagnia. Tale soglia, proprio a causa della pandemia, è stata abbassata al 50% cercando di trovare un giusto compromesso tra l’assenza di clienti viaggiatori e le esigenze del personale. Se questa soglia non viene garantita, gli spazi vengono assegnati in automatico ad altre compagnie. Ma in una situazione di incertezza mondiale dove i contagi dilagano e le quarantene aumentano di giorno in giorno, anche la soglia del 50% ha fatto aprire un dibattito non di poco conto.
Sebbene stando a quanto dichiarato dalle istituzioni europee, la normativa vigente sarebbe così flessibile da evitare che gli aerei partano vuoti o semi vuoti, il fenomeno esiste ed inquina non poco. Basti pensare che il 2,4% delle emissioni globali deriva proprio dal settore aeroportuale. In un rapporto passeggero-chilometro mettendo a confronto aereo ed auto, il primo consuma 448 grammi di diossido di carbonio a passeggero mentre l’auto soltanto 42.
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Dunque, nonostante la velocità e comodità del mezzo, purtroppo gli aerei raggiungono il primato tra i mezzi più inquinanti, seguiti dalle nave. E’ forse giunto il momento di innescare cambiamenti anche in tale settore, almeno fino a quando gli effetti della pandemia non si placheranno?