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Centrali nucleari arrivederci, la Germania ne ha chiuse tre di sei totali

Nel 2021 la Germania ha staccato la spina a tre centrali nucleari, la metà di quelle possedute, per abbracciare le energie rinnovabili.

Per un futuro green, niente più centrali nucleari (foto da Pixabay)

Nel 2021 la Germania ha staccato la spina a tre centrali nucleari, la metà di quelle possedute, per abbracciare le energie rinnovabili. Si tratta di un grosso passo in avanti, verso un futuro più Green, alleato dell’ambiente. Una rivoluzione che investirà tutto il paese per i prossimi anni, alle prese con un alto inquinamento.

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Dopo la fusione del reattore nucleare giapponese di Fukushima, avvenuto nel 2011, il mondo si è spaventato. Una seconda volta, dopo la storica distruzione di Chernobyl. La Germania, negli ultimi mesi, ha deciso di puntare sulle energie rinnovabili, e per farlo ha iniziato a disinstallare le sue centrali nucleari, una alla volta. Al momento ne ha chiuse tre di sei, un bel passo in avanti.

Per un futuro green, niente più centrali nucleari

La Germania dice no al nucleare, puntando sule energie rinnovabili (foto da Pixabay)

Le prossime tre centrali rimaste saranno chiuse entro la fine del 2022. Un’azione rivoluzionaria che, seppur contrastata da molti, getta le basi per un futuro più sicuro e pulito. L’energia nucleare è sempre stata un vanto della Germania, ha garantito efficienza, sicurezza ed energia a tutto il Paese, ma ora è tempo di cambiare e di guardare altrove.

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Tutte le sei centrali tedesche hanno contribuito al 12% della produzione dell’elettricità, mentre il restante è dato dal carbone (28%), dal gas (15%) e dalle energie rinnovabili (41%). Le intenzioni della Germania sono chiare, seguite da tutte le altre nazioni europee. La meta finale è quella di sfruttare le energie rinnovabili, portandole all’80% entro il 2030.

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Intanto, dall’altra parte del mondo, le cose vanno molto peggio. Il Giappone, che ha lasciato in disuso il reattore di Fukushima, isolando la zona chissà per quanti altri anni, ha intenzione di rilasciare in mare le scorie radioattive. La Cina ovviamente non l’ha presa bene, e nemmeno la Corea de Sud, ma al momento le alternative non ci sono per liberare la zona dall’acqua contaminata.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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