Crisi energetica e aumento shock dei prezzi è un binomio che spesso stiamo sentendo su tutti i Tg nazionali. Ma cosa c’è dietro l’ennesima crisi del nostro secolo?
La parola che contraddistingue gli ultimi cinquant’anni del secolo corrente è senza alcun dubbio una sola: crisi. In questi anni abbiamo trascorso le nostre giornate all’insegna delle varie crisi che si sono susseguite nel corso del tempo: crisi economica, crisi climatica, crisi pandemica e non poteva mancare ovviamente la crisi energetica.
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L’improvvisa impennata dei prezzi relativi al consumo energetico evidenzia tutt’ora la continua dipendenza rispetto a quelle fonti non rinnovabili, come i combustibili fossili, da sempre monopolizzati dai paesi produttori. Questo nonostante il tentativo di innovare e investire sulle fonti rinnovabili.
La nostra società è ancora troppo dipendente dalle fonti energetiche non rinnovabili
La società moderna nonostante l’improvviso sviluppo di processi di produzione energetica che si basano sull’utilizzo di fonti rinnovabili, è ancora troppo dipendente dai combustibili fossili. Questi sono tuttora indispensabili per assicurare il fabbisogno energetico di diversi paesi, anche se molti governi hanno fissato l’obiettivo di ridurre a zero l’emissione di gas serra.
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Al problema climatico, ora si aggiunge una nuova ondata di preoccupazione innescata proprio della crisi energetica che a macchia di leopardo si sta diffondendo in tutti i paesi del mondo. I motivi sono diversi ma il denominatore è comune: l’uomo non riesce ancora a soddisfare il fabbisogno crescente di energia con fonti alternative, inesauribili e non inquinanti.
Tra i fattori scatenanti, ironia della sorte, c’è anche la ripresa economica post prima ondata pandemica che ha portato ad un aumento nella domanda di energia. Oltre agli eventi climatici estremi che destabilizzano intere nazioni e alle complicate politiche internazionali.
L’Agenzia Internazionale dell’Energia, l’organismo che consiglia i paesi sulle politiche energetiche, questo mese ha previsto che la domanda globale di petrolio raggiungerà circa 99,6 milioni di barili. Inoltre è previsto che la domanda di carbone quest’anno supererà i livelli del 2019 e aumenterà un po’ fino al 2025.
In Europa la situazione è di certo critica, considerando che la maggior parte dei paesi membri è dipendente dalla produzione di centrali elettriche a gas. Ma la produzione europea di gas è vertiginosamente in calo. Ciò rende l’Europa sempre più dipendente dall’importazioni energetiche, principalmente dalla Russia. Quest’ultima fornisce circa il 40% del gas utile a soddisfare il nostro fabbisogno energetico.
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Il risultato è che gli europei si dovranno preparare a un lungo inverno freddo e costoso. Oltre agli aumenti in bolletta e del carburante, è probabile che il rincaro si rifletta anche su di molti altri acquisti quotidiani. Comprese le provviste alimentari