E’ scattato il divieto per l’utilizzo della plastica monouso. Cosa significa per noi? Quali prodotti non possiamo più utilizzare?
E’ arrivato il divieto per l’utilizzo della plastica monouso, diventato effettivo solo pochi giorni fa, il 14 gennaio. Questa tipologia di plastica è colpevole di una gran percentuale dell’inquinamento della nostra Terra. Il Wwf segnala come il 50% dei rifiuti marini sia caratterizzato solo da plastica monouso. La plastica richiede molto tempo per essere smaltita, pensare che il 91% della plastica prodotta dagli anni ’50 ad oggi è ancora in circolazione, tra le discariche, i nostri mari e il nostro suolo. Quando parliamo di plastica monouso ci riferiamo a tuti quegli oggetti del quotidiano che usiamo una volta sola: bottigliette di plastica, sacchetti, cannucce, posate e piatti in plastica. Ma cerchiamo di capire cosa possiamo usare dopo l’arrivo di questo divieto.
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Plastica monouso, ecco i prodotti che sono stati vietati
Il decreto legislativo 196/2021, in vigore dal 14 gennaio, recepisce la Direttiva Ue “Sup”, Single Use Plastic n. 904 del 2019. Lo scopo è promuovere una transizione verso un’economia circolare con modelli, prodotti e materiali innovativi e sostenibili. Motivo per il quale si spinge verso un uso sempre più costante di plastica riciclata.
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I prodotti vietati dal decreto si riferiscono ai prodotti in plastica non biodegradabili, non compostabili e oxodegradabili, ovvero contenenti additivi chimici per la frammentazione. Nello specifico viene vietata la vendita di piatti e bicchieri, cotton fioc, cannucce, bastoncini per i palloncini, miscelatori di cocktail, contenitori per alimenti e bevande, compresi i coperchi.
Vietate anche le posate monouso, borse leggere in plastica, contenitori in polistirene, prodotti per il tabacco con filtri e rientrano anche gli attrezzi da pesca contenenti plastica. E’ consentita, invece, la vendita di prodotti compostabili e biodegradabili.
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La lista di ciò che è vietato si riferisce comunque a prodotti che, secondo la commissione, è possibile trovare sul mercato ma con materiali alternativi del tutto sostenibili, per esempio realizzati interamente in carta. Sperando che questo possa svegliare le persone su un tema importante come quello dell’inquinamento, insieme alle campagne di sensibilizzazione avviate.
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Coloro che non rispettano il divieto vanno incontro a multe molto salate. Il decreto stabilisce, infatti, per coloro che metteranno i prodotti vietati a disposizione sul mercato, multe comprese tra 2.500 e 25mila euro. Multe che poi andranno a raddoppiare qualora i prodotti dovessero superare il 10% del fatturato.
Con lo scopo di incentivare i produttori e le aziende, i quali, però, potranno ancora vendere le scorte presenti in magazzino fino al loro esaurimento, sono state introdotte anche delle agevolazioni. Per coloro che finora in azienda utilizzavano plastica monouso, è stato istituito un credito di imposta con limite massimo di 3 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024.