La deforestazione è certamente un problema da tenere in considerazione. Si pensa infatti che nei prossimi anni si assisterà ad un cambiamento terrestre.
La deforestazione è una delle piaghe principali del nostro pianeta. Un continuo diboscamento che viene compiuto dall’uomo per meglio soddisfare tutte le richieste e le esigenze, perlopiù di natura commerciale. Attività li o palazzi, è visibile ad occhio nudo come questo fenomeno sia deleterio e si presenti ovunque, dalle piccole zone a quelle più ampie.
Radere gli alberi è un danno non solo per le generazioni future, ma anche per noi stessi; l’apporto di anidride carbonica fornita dagli alberi subisce un arresto preoccupante se vengono rasi al suolo. Quindi cosa fare? Pensare un po’ di più il nostro pianeta.
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Secondo quanto è emerso da uno studio condotto da Greenpeace, le foreste vergini hanno subito un calo drastico. Per foreste vergini si intendono le estensioni per almeno 500 chilometri quadrati con un’alta presenza di biodiversità e soprattutto con l’assenza dell’intervento dell’uomo. Queste tipologie di foreste occupano il 20% del pianeta. I cinque paesi che detengono i tre quarti di queste foreste sono:
Un dato che è destinato a restringersi ulteriormente se si segue questo trend. Greenpeace infatti ha subito allertato il mondo intero sostenendo come dal 2000 al 2020 sono stati persi 1,5 milioni di chilometri quadrati di paesaggi forestali intatti. Un dato preoccupante: se si continua così infatti entro il 2050 si perderà un terzo delle foreste vergini rispetto al 2000. Notizie che sono per nulla incoraggianti e che dovrebbero indurre a riflettere.
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Cosa possiamo fare per scongiurare questa triste previsione? Anche sul punto interviene Greenpeace; occorre limitare eventi dannosi come gli incendi, l’agricoltura intensiva o la raccolta del legname, azioni che se compiute oggi andranno a pregiudicare il nostro incerto futuro. Proteggiamoli questi luoghi, sono incontaminati e pertanto utilissimi per la nostra vita. E non solo, lottano alla crisi climatica.