Avete mai sentito parlare di Alkekengi? E’ una pianta misteriosa raffigurante la passione e l’amore chiuso in gabbia. Davvero curiosa!
La natura non smette mai di stupire e non basterebbe una vita intera per conoscere tutti i suoi frutti e le sue piante. Oggi vi parliamo della Alkekengi, una pianta davvero curiosa che, già da suo nome, lascia tutti un po’ perplessi. Le piante infatti sono genericamente simbolo di sentimenti forti e passionali ma, questa amica verde, è chiamata la pianta dell’amore chiuso in gabbia. Per i più non sarà di certo un titolo romantico ma c’è un motivo molto originale che spiega tutto.
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Pianta assolutamente commestibile, produce bacche che ricordano il pomodoro e la patate. I suoi frutti sono applicabili in cucina o mangiati in maniera assoluta. La pianta può essere anche coltivata, gettando i suoi semi in primavera e facendo attenzione alla temperatura. Le sue bacche infatti nascono e si riproducono in ambienti che non registrano meno dei 15 gradi centigradi. Particolarmente bella anche solo da vedere, la pianta incuriosisce per il suo nome, legato ad una storia da conoscere assolutamente.
Alkekengi, origine del nome della pianta
Caratterizzata da foglie verdi, fiori piccoli a forma di stella e delle splendide lanterne rosse che contengono il suo frutto, la pianta ha origini subtropicali e dunque vive bene al caldo. Parente del pomodoro, la pianta è conosciuta ai più per le sue lanterne rosse e, per tale ragione, viene anche chiamata la piante delle ciliegie invernali.
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Particolarmente ricca di proprietà diuretiche e drenanti, il suo frutto è spesso associato a regimi alimentari in cui è importante eliminare i liquidi in eccesso. I frutti vengono applicati anche in fitoterapia affinché, grazie alle sue proprietà lassative, aiuti a combattere le ritenzioni urinarie. Il nome ha una storia da conoscere, caratterizzata da diverse origini. Secondo alcune teorie, il nome deriverebbe dal termine francese alquequange che, a sua volta, deriverebbe dalla lingua araba.
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Il titolo di pianta dell’amore in gabbia, è stato attribuito proprio dai francesi che descrivono, in maniera romantica, l’involucro che racchiude le bacche. Probabilmente, tale attributo, non mette d’accordo tutti ma il sapore dolce e agrumato dei suoi pomodirini gialli, conquista anche i palati più sopraffini.