I costi sono affidati a ogni Comune, ma le cifre spese per pagare la Tari sono elevate ovunque: in Italia la gestione rifiuti costa troppo.
I costi sono affidati a ogni Comune, ma le cifre spese per pagare la Tari sono elevate ovunque: in Italia la gestione rifiuti costa tantissimo. A rimetterci, come al solito, sono cittadini e imprese, costretti a pagare sempre di più per stare dietro alla gestione dei rifiuti dei singoli Comuni. Secondo i dati forniti dalla società Ispra, solo nel 2019, complessivamente, i Comuni italiani hanno speso circa 175 euro per cittadino.
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Significa che è stata effettuata una spesa di circa 35 centesimi di euro per ogni kg di rifiuto. Ovviamente, i prezzi variano da Regione a Regione e alcuni Comuni hanno speso anche il triplo rispetto ad altri. Il pagamento della Tari, istituito dal 2014 per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, pesa e non poco sulle spalle delle famiglie. I costi variano in base a come ogni singolo Comune decide di organizzare la raccolta della spazzatura, ma tale spesa va a ripercuotersi sui singoli cittadini.
I costi proibitivi della Tari in Italia: rifiuti a prezzi elevatissimi
Nel 2021, la Tari ha avuto un prezzo medio di 312 euro per famiglia. C’è stato quindi un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Il Veneto è la regione con la spesa media più bassa (circa 230 euro), mentre a Campania è la Regione con la spesa media più alta (circa 415 euro). I Comuni con maggiore costi di gestione di rifiuti inviano Tari più elevate, ma ci sono alcune discrepanze che sfiorano il grottesco.
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Ad esempio, una città come Catania, che secondo Istat ha una percentuale di raccolta indifferenziata a dir poco imbarazzante (14% di raccolta differenziata), ha la Tari più alta in Italia. In media, le famiglie catanesi spendono 500 euro di Tari, una cifra enorme, per non avere in cambio nulla, se non un servizio di raccolta e smaltimento rifiuti disastroso, che al Comune costa solo 270 euro.
Massa ha una situazione simile a quella di Catania, dove il Comune spende circa 270 euro di servizi, ma ogni famiglia paga una Tari di circa 400 euro. Eppure, secondo le normative europee, si era stabilito di raggiunge, entro il 2012, una percentuale media del 65% di raccolta differenziata. Invece, dieci anni dopo, la meta è ancora molto lontana. Sono tutti costi abnormi che si ripercuotono sulle famiglie italiane e non.
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Tra i Comuni meno virtuosi e gestiti malamente troviamo Roma o Pisa, che hanno una raccolta differenziata del 50% e Tari elevatissime. Ci sono però città virtuose, con Tari economiche e gestione dei rifiuti eccellente, come nel caso di Belluno, Cuneo o Vercelli. Insomma, c’è ancora tanto da migliorare per rendere l’Italia più equilibrata da nord a sud, più green e per metterla al passo con gli altri Paesi europei. Intanto, a rimetterci sono l’ambiente e ovviamente le famiglie.