Un’iniziativa in difesa dei cuccioli e volta a fermare il fenomeno dei cani da combattimento: un progetto importante per dire basta.
I maltrattamenti sui nostri amici a quattro zampe sono, purtroppo, fenomeno sempre in crescita. Oltre agli innumerevoli ed indiscriminati abbandoni, svolti senza un minimo di ripensamento, i cuccioli sono anche vittime di violenze inaudite. Un fenomeno su tutti è quello dei cani da combattimento: cuccioli che vengono addestrati per essere aggressivi. Ora è arrivato il momento di dire basta.
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Negli ultimi anni il fenomeno ha visto una crescita esponenziale e pericolosa. Si tratta di un vero e proprio sopruso ai danni dei poveri cuccioli che, costretti a diventare cattivi, vengono condannati ad una vita di inferno. Dietro questa terribile realtà, c’è un giro di affari illegale e legato alla malavita. Alcune razze, come ad esempio i Pitbull, ritenuti più facili da addestrare, vengono educati alla violenza. Fin dal 2004, in Italia, chiunque agisce con tale scopo rischia fino a tre anni di reclusione e oltre 150.000 euro di multa. La Legge 20 del 2004, numero 189, non basta però a fermare tale situazione ed anche le fondazioni in difesa degli animali fanno la loro parte.
Ben sei cuccioli, quattro maschi e due femmine, sono stati tratti in salvo nei giorni scorsi dal nucleo dei carabinieri forestali di Salerno. I cuccioli sono stati affidati ad una Fondazione, la Onlus Cave Canem, che ha prontamente accolto gli amici a quattro zampe dando loro ogni genere di cura.
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I cuccioli sono stati trasferiti in un rifugio di Roma ma il loro destino era stato già purtroppo segnato. In particolare, per una cagnolina traumatizzata e compromessa, non c’è stato nulla da fare nonostante i tentativi di salvataggio. Questi cuccioli rientrano nel progetto “Io non combatto”, messo in campo dalla organizzazione no profit e dalla Humane Society International. L’obiettivo è, ovviamente, cercare di salvare quanti più cuccioli possibile e difendere i loro diritti.
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Cercando di informare e sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni, la Onlus agisce cercando di comunicare l’orrore di tale situazione. Costretti a combattere fino alla morte, nessuno dei cuccioli esce in realtà vincente dalla gara. Questa violenza deve assolutamente cessare.