Uno dei romanzi più famosi al mondo è “La Fattoria degli Animali” di George Orwell, spietata allegoria sulla società umana: ecco cosa ci insegna.
Uno dei romanzi più famosi del grande scrittore George Orwell è “La Fattoria degli Animali” (il cui nome originale è “Animal Farm: A Fairy Story“). Si tratta di una novella allegorica scritta dall’autore tra il novembre del 1943 e il febbraio 1944, pubblicato per la prima volta nel 1947. Orwell, con la sua novella, fa satira della rivoluzione russa e della dittatura di Stalin in modo talmente feroce che il libro è stato pubblicato solo dopo la fine della guerra, per evitare discordie tra Gran Bretagna e Unione Sovietica.
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La novella è ambientata in una fattoria in cui tutti gli animali si ribellano, poiché stanchi di essere sfruttati dagli esseri umani. Dalla ribellione, gli animali della fattoria riescono a scacciare il loro padrone e a introdurre un nuovo ordine fondato sul principio di uguaglianza. Ben presto, però, emerge tra di loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con astuzia e prepotenza si impongono su tutti gli altri. Il sogno di vivere senza sfruttamento finisce presto, a causa della prepotenza dei maiali, che con i loro comportamenti diventano sempre più simili agli umani.
Il leader dei maiali ,nel corso del romanzo, subirà una sorta di trasformazione, trasfigurando la sua essenza. Questo, risulterà man mano sempre più simile a un essere umano, non solo caratterialmente ma anche nell’aspetto. Ma vediamo quali sono i dieci insegnamenti che possiamo trarre da “La Fattoria degli Animali“, leggendario libro di George Orwell. Sono tutte tematiche ancora oggi attuali che tutti dovrebbero leggere e capire.
Dall’epilogo della novella si evince che questa può essere vista come un’allegoria di tutte le rivoluzioni mondiali che hanno causato conflitto tra classi sociali, con conseguenti ribellioni e grida di libertà. Le classi sociali che emergono, dunque, a lungo andare si trasformano in regimi, sfociando poi in totalitarismi.
Ascoltando il discorso del Vecchio Maggiore, il maiale più anziano della fattoria, possiamo affrontare una riflessione profonda riguardante lo sfruttamento degli animali da parte dell’uomo. Il romanzo infatti parla della teoria dell’animalismo, secondo il quale il lavoro fatto dagli animali produce un valore maggiore a quello necessario per il suo mantenimento.
Questo valore extra viene rubato dagli uomini per trarne il proprio beneficio. Anche in questo caso, l’essere umano appare avido ed egoista, e ha una visione antropocentrica del mondo.
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L’autore fa emergere chiaramente la distruzione di ogni antico e nobile valore. Tutti gli ideali che sono alla base di una rivoluzione possano essere corrotti o modificati. Nel romanzo, infatti, gli ideali che dovevano essere utilizzati contro gli uomini da tutti gli animali, vengono in realtà utilizzati per controllare gli altri animali. Questo ci mostra cosa può accadere nel corso della storia quando le azioni di chi ha in mano il potere sono accettate senza porsi alcuna domanda.
Il fulcro del romanzo è la ribellione degli animali nei confronti del loro padrone, il quale li sfrutta senza pietà, considerandoli inferiori e di sua proprietà. Chi ha a cuore il benessere degli animali, leggendo questa novella può comprendere la brutta condizione a cui sono sottoposti tutti gli animali da allevamento.
Se questi potessero parlare, sicuramente anche al giorno d’oggi si ribellerebbero ai propri padroni, stufi di essere sfruttati. Gli animali si ribellerebbero alle atrocità degli allevamenti intensivi, carceri che portano solo morte e sofferenza, in cambio di benefici economici.
Dal libro emerge come, spesso, le buone intenzioni di rivoluzione che portano i protagonisti della vicenda a ribellarsi, siano spesso offuscati a causa del desiderio di potere. Infatti, il potere che offusca la mente porta gli animali a comportarsi similmente agli umani, facendo loro assorbire tutti i lati negativi della razza umana.
Il messaggio che emerge dall’offuscamento dovuto al potere è che quest’ultimo può portare al fallimento e alla corruzione, facendo perdere di vista le buone intenzioni iniziali.
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Emerge dal romanzo, inoltre, come la comunicazione possa diventare facile strumento di potere in grado di influenzare l’opinione pubblica. Questo punto è importante per capire che, qualsiasi messaggio comunicato, deve essere prima analizzato attentamente attraverso il processo intellettivo, e poi accettato o negato. Serve attuare un’analisi approfondita per capire bene cosa si sta accettando.
Come già accennato, il libro di Orwell è in realtà una vera e propria satira dei regimi totalitari, con riferimento particolare alla situazione dell’Unione Sovietica di quegli anni. Emerge perciò un pensiero molto acuto, secondo il quale anche una persona molto intelligente e adatta al ruolo di leader può essere facilmente corrotta nel momento in cui conquista il potere assoluto. Ogni essere vivente può essere plagiato, anche il più puro, perché fragile per natura.
Gli animali stessi, dopo essersi salvati dal regime degli umani, iniziano ad autodistruggersi da soli, emanando le proprie leggi. Iniziano ad autosabotare la propria libertà all’interno della fattoria, rovinandosi con le proprie mani. Facendo un ragionamento parallelo con l’uomo, possiamo renderci conto che spesso imponiamo dei limiti inutili alla nostra libertà, autosabotando il nostro successo e la nostra felicità.
In ogni società che si rispetti è fondamentale che venga mantenuta la libertà di espressione, senza alcuna censura. Ogni componente deve essere libero di esprimere la propria opinione altrimenti sarebbe come vivere in un regime totalitario. Allo stesso tempo, però, per far sì che la società non fallisca, ogni individuo dovrebbe sapersi confrontare con gli altri in modo civile.
Confrontando opinioni e discutendo con chi la pensa in maniera diversa, si attua una crescita reciproca, mantenendo vivo l’obiettivo del miglioramento collettivo che è alla base di ogni società civile.
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Il libro di Orwell ci offre una lezione molto importante: il rispetto verso tutti gli esseri viventi e per il mondo intero. Infatti, la disparità di trattamento tra esseri e la mancanza di rispetto, insieme alla volontà di potere, sono le motivazioni maggiori che portano al fallimento degli animali della fattoria. Similmente, la società umana può migliorare i propri comportamenti in modo tale da indirizzarsi su ideali positivi che tendono al rispetto e all’inclusione. Una quesitone di equilibrio che evita di autodistruggersi.