Nello spazio è stato scoperto un oggetto misterioso da alcuni scienziati, ma cos’è? Scopriamo qualcosa in più su questa fantastica scoperta
Nello spazio non molto lontano da noi gli scienziati hanno scoperto un oggetto misterioso, una sorta di faro nel cielo. Quest’ultimo non corrisponde a nessun oggetto già noto, quindi, ha suscitato la sorpresa degli scienziati che lo hanno avvistato. La scoperta proviene da astronomi in Australia occidentale, ed è stata definita quasi come un esperienza inquietante per un astronomo perché non c’è nulla di simile nel cielo che si comporta allo stesso modo. Ma cosa hanno scoperto?
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Un faro di luce nello spazio, ecco di cosa si tratta
La scoperta è stata realizzata da un gruppo di astrofisici del Centro Internazionale di ricerca per la radio astronomia dell’Università Curtin, in Australia. L’oggetto avvistato è molto simile a un faro di luce che emette lampi di onde radio molto intensi.
Tali impulsi radio finora non erano mai stati riscontrati. Queste in questione, sono onde radio lunghe dai 30 ai 60 secondi, che si ripetono con intervalli di circa 18 minuti. Si trova a 4000 anni luce da noi, chiamato GLEAM-X J162759.5-523504.3, durante le osservazioni degli astronomi, appariva e scompariva in poche ore.
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Secondo gli studiosi sono due le opzioni più probabili, ovvero che si tratti di una stella di neutroni ultra-magnetica o di una nana bianca sempre magnetizzata. Le onde sono state rilevate con un radiotelescopio a bassa frequenza caratterizzato da migliaia di antenne sparse nel deserto.
I dati raccolti tra gennaio e marzo del 2018 hanno segnalato 71 impulsi provenienti da uno stesso punto nel cielo. Le analisi finora effettuate confermano che l’oggetto è più piccolo del Sole ed è molto radio-luminoso, caratterizzato da un campo magnetico straordinariamente forte.
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Sebbene il segnale fosse molto intenso, solo in quei mesi è stato rilevato. Impulsi simili a questi sono studiati da anni e sono note come stelle molto compatte chiamate pulsar. Ma, quanto è stato scoperto è una sorgente diversa.
Il problema potrebbe essere l’impossibilità degli strumenti di trovare impulsi più lunghi, essendo programmati per focalizzarsi su intervalli brevi. A questo poi si aggiunge anche il problema delle interferenze, essendo le onde radio usate nelle attività quotidiane. Ma la scoperta di GLEAM -X apre la possibilità di nuovi esperimenti e ricerche.