Il colosso di ghiaccio A68, un iceberg che vagava per l’oceano Atlantico si è sciolto. Colpa del riscaldamento globale oppure no?
Il progressivo cambiamento climatico sta generando enormi stravolgimenti ambientali; cosa di grave rilevanza soprattutto per la tutela di quel grande ecosistema chiamato pianeta Terra. Gli effetti del riscaldamento globale, dovuto all’elevatissima concentrazione di inquinamento prodotta sta proiettando la vita sul nostro pianeta verso una strada catastrofica.
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Nel 2017 uno dei più grandi iceberg si era staccato dalla placca glaciale dell’Antartide, vagando per circa sei anni nell’oceano Atlantico. Ora questo gigantesco colosso ghiacciato si è sciolto causando un notevole stravolgimento ambientale. Ma entriamo nel dettaglio.
Quali sono le conseguenze per la biodiversità marina?
Il nostro pianeta è malato, avvizzito dal perturbante inquinamento che sta lentamente distruggendo tutta l’armonia ciclica che garantiva l’esistenza sulla terra. Il riscaldamento globale dovuto all’emissioni di gas serra nell’atmosfera terrestre sta progressivamente facendo sciogliere le placche di ghiaccio perenne. Un fenomeno pericoloso soprattutto per la biodiversità presente in quelle zone.
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Il colosso di ghiaccio A68 si è sciolto nell’oceano Atlantico dopo essersi staccato anni prima dalla calotta polare antartica. Il colosso ghiacciato che ha vagato per cinque anni in mare, pesava la bellezza di un miliardo di tonnellate e aveva un’estensione pari a quella del Galles.
Il monitoraggio e l’analisi dell’iceberg A68 sono comunque fondamentali per comprendere le dinamiche degli effetti sull’ecosistema. Lo scioglimento di questo gigante di ghiaccio ha immesso enormi volumi di acqua dolce nell’’oceano e questo potrebbe comportare conseguenze sull’ecosistema marino. Tuttavia per il momento l’impatto sull’innalzamento del mare è pressappoco inesistente.
I pareri scientifici su questo fenomeno sono molto eterogenei. Secondo alcuni esperti però questo fenomeno non è direttamente collegabile al fenomeno del riscaldamento globale. Di certo il cambiamento climatico avrà accelerato il fenomeno, ma questi studiosi sostengono che questo distaccamento sia frutto di un processo di bilanciamento delle piattaforme glaciali. Questo avviene per effetto di compensazione dell’accumulo di neve e ghiaccio.
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Altri invece lo reputano il preludio di un lento disastro ambientale. Le piattaforme di ghiaccio proteggono i ghiacciai dall’erosioni provocate dai venti e dall’acque sempre più calde. Quando lo scioglimento inizierà ad interessare in maniera più profonda la calotta polare le conseguenze saranno catastrofiche.