Riportare i Mammut in vita? Non è fantascienza, ma l’ultimo progetto di una società americana che si occupa di biotecnologie e genetica.
Nel corso della storia, il nostro pianeta ha assistito all’estinzione di migliaia di specie animali. A partire da una delle più grandi estinzioni di massa della storia, l’estinzione che ha coinvolto la perdita immediata dei dinosauri, fino a finire ad animali dei nostri giorni che rischiano sempre di più l’estinzione a causa del cambiamento climatico, come gli orsi polari.
Una delle maggiori cause di estinzione è sicuramente la mano dell’uomo. Denominatore comune di diverse estinzioni animali, l’uomo tutt’oggi concorre alla sparizione di alcune specie animali dalla faccia della Terra.
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Uno degli animali estinti a causa della mano dell’uomo è il Mammut. Questi animali vivevano circa 4000 anni fa nella tundra del Nord America, dell’Europa e della Russia, in un habitat dal clima estremamente rigido e gelido, temperatura che gli ha permesso letteralmente di ibernarsi e conservarsi alla perfezione sotto il ghiaccio per tutti questi anni.
Questo particolare stato di ibernazione, reso possibile grazie alle fredde temperature, ha permesso la corretta conservazione dell’animale sotto il permafrost, permettendo agli scienziati di prelevare dei campioni di DNA dall’animale.
L’idea innovativa arriva dall’imprenditore Ben Lamm, fondatore dell’azienda di genetica e biotecnologie Colossal.
L’azienda sarebbe pronta per avviare una de-estinzione del mammut, animale ormai estinto da millenni, a causa della caccia senza regole dell’essere umano. Il co-fondatore dell’azienda è il professor George Church, docente di genetica presso l’Università di Harvard che ha studiato come poter utilizzare il DNA del mammut per riporlo in vita.
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L’idea alla base consisterebbe nel creare una sottospecie di elefante ibrido, utilizzando il DNA dell’elefante indiano e quello del mammut. Verranno raccolte delle cellule da uno strato di pelle dell’elefante indiano, per poi essere trasformate in cellule staminali, all’interno delle quali inserire l’informazione del DNA del mammut, attraverso la tecnica CRISPR.
I due animali infatti condividono il 99.6 % del DNA, motivo per cui questa imprese potrebbe finalmente avere successo. Inoltre, l’obiettivo è ancora più raggiungibile ora che l’azienda ha ricevuto un finanziamento di 15 milioni di dollari per portare avanti la ricerca.
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L’azienda al momento è positiva a riguardo. Si prevede infatti di ottenere i primi cuccioli di mammut tra soli 6 anni. L’obiettivo dell’azienda tuttavia non è quello di portare in vita una specie animale a caso, ma è ben definito. I mammut in passato avevo un ruolo ben preciso, infatti. Durante le migrazioni questi schiacciando il ghiaccio ed abbattendo gli alberi sul loro cammino, sparpagliavano i semi per tutta la tundra.
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In questo modo, quindi, reintegrando i mammut nella tundra, sarebbe possibile dar nuovamente vita alle praterie artiche, contrastando i danni del cambiamento climatico. Se il progetto dovesse andar bene, inoltre, questo potrebbe aprire nuove strade alla de-estinzione. Che sia solo l’inizio per un futuro dove sarà possibile portare in vita animali ormai estinti da migliaia di anni?