In occasione del Fashion Film Festival Milano 2022 si è cercato di far luce sulla produzione del settore moda accendendo i riflettori su temi come ambiente e sostenibilità.
La moda sostenibile ormai è un tema molto diffuso. Man mano che la consapevolezza su temi come l’inquinamento ambientale diventa sempre più forte nella società, sono in primis i consumatori ad essere più precisi nelle richieste. Non sono alla ricerca solo di un bel capo d’abbigliamento, ma sono anche interessati a come vengono prodotti, affinché modalità, tempi e risorse rispettino l’ambiente senza deteriorare ciò che ci circonda. Non dimentichiamoci poi delle condizioni precarie, in alcuni paesi, di chi vive lavorando grazie alla produzione di questo settore. La moda sostenibile è, quindi, quella produzione che rispetta l’ambiente e la società, dall’idea di partenza fino alla distribuzione e la vendita. Il risultato da raggiungere è quello di diminuire l’impatto ambientale. La stessa industria della moda si interessa a temi del genere. Vediamo in che modo!
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Dal 14 al 18 gennaio è andato in scena, seppur ancora con un formato digitale, il Fashion Film Festival Milano, fondato da Costanza Cavalli Etro e Gloria Maria Cappelletti, l’ottava edizione è stata trasmessa su tre piattaforme contemporaneamente.
Gli appassionati, e non solo, potevano seguirlo sul sito della Camera Nazionale della Moda Italiana, su quello ufficiale del Festival e attraverso lo streaming di MyMovies.it. Da qualche anno è stata istituita la nuova categoria “Best Green Fashion Film”.
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Quest’ultima premia il miglior film che affronti tematiche quali la sostenibilità inserita nel mondo del fashion internazionale. Lo scopo non è solo quello di dare una voce artistica, ma, anche di offrire al pubblico maggior conoscenza e consapevolezza sul tema della sostenibilità.
Oggi, l’industria della moda è una delle più inquinanti al mondo, ogni anno vengono prodotti 80 miliardi di capi, senza però considerare l’impatto tossico della produzione di moda. Anche durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ne è stata data conferma.
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Questo settore è stato confermato come uno dei più tossici, è responsabile dell’8% delle emissioni di gas serra. Basterebbe poco, ridurre le materie prime inquinanti, le risorse di acqua e luce, oltre i costi e il necessario per la distribuzione.
La direzione presa dal festival è solo un modo per sfruttare il cinema servendosi del suo valore artistico ed emotivo. Portando all’attenzione tutti i processi della moda sbagliati e sensibilizzare indirizzando verso la giusta direzione sia i consumatori che i professionisti.
Tutti i film presenti nella categoria del festival chiedono maggior responsabilità sociale e ambientale. I registi lo fanno rendendo protagoniste dei loro lavori le tematiche sull’inquinamento ambientale. Quest’anno il progetto di Timur Celikdag ha vinto il primo premio come miglior film di moda sostenibile.
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Un invito a prendersi cura del nostro pianeta in modo responsabile. Il futuro della moda deve lasciare i vecchi modelli di produzione, come l’usa e getta, ed accogliere un nuovo spirito basato sul “ridurre, riutilizzare e riciclare”.
Per comprendere al meglio il rapporto complicato tra moda e ambiente, ci sono alcuni film che è possibile vedere sulle tre piattaforme del festival, il quale in questo modo cerca di proporre un iniziativa culturale lunga un anno.
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Il concetto di moda multiuso viene presentato nel corto intitolato Thiscover, o ancora, è possibile conoscere alcuni temi come la realizzazione di intere collezioni con cotone riciclato e tessuti di scarto. Un video di 2 minuti “water drop”, mostra quanti litri di acqua vengono utilizzati ogni giorno. Uno sguardo attento, ricercato e artistico su problemi importanti.