Four Paws, organizzazione mondiale per il benessere degli animali, cerca di bloccare l’allevamento commerciale di felini in Africa e in Asia.
Four Paws, organizzazione mondiale per il benessere degli animali, cerca di bloccare l’allevamento commerciale di felini in Africa e in Asia. Alla fine, in mezzo, ci sono sempre loro, i cinesi. La Cina, infatti, è l’unico mercato che richiede allevamenti commerciali per i grandi felini. Lo scopo? Comprare felini, tra cui leoni, tigri, leopardi, per metterli negli zoo delle città.
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Ma non solo, i grandi felini sono richiesti anche per la caccia, per studi scientifici e per le loro ossa, polverizzate a scopo medico. La medicina cinese ancora oggi si affida alle ossa polverizzate degli animali, secondo la tradizione dotate di misteriosi poteri salutari, cosa assolutamente non vera. Per questo motivo, negli ultimi anni, si è sviluppato questo tipo di mercato.
Bloccare il commercio degli animali, specie felini, è fondamentale
La Cina acquista animali dall’Africa. Ad esempio, negli ultimi dieci anni, la Cina ha acquistato quasi 400 tigri dal Sudafrica, praticamente metà delle tigri nel mondo. I felini sono stati poi messi negli zoo come attrazione turistica. Alcuni di questi, invece, sono stati uccisi per prelevarne le ossa. Le tigri non sono africane, naturalmente, ma vengono allevate in tutto il Paese. Non essendo animali del territorio, godono di meno diritti rispetto ad altri animali.
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Si tratta di un vuoto legislativo che Four Paws fa presente al Governo Sudafricano. In Sudafrica, gli allevamenti commerciali degli animali sono legali, specialmente quello dei leoni, animale simbolo del territorio. Four Paws chiede a gran voce di chiudere ogni attività commerciale, una pratica non più possibile nel 2022. Ma si sa, a comandare sono i potenti, e se c’è un mercato vuol dire che ci sono acquirenti.
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Occorre porre fine a tali pratiche terribili. L’organizzazione Four Paws denuncia il Sudafrica per violazione dei diritti internazionali sugli allevamenti delle tigri. Ma da rimproverare sarebbe anche la Cina, come al solito indifferente a ogni diritto sugli esseri viventi, specialmente sugli animali, dove non godono di alcun privilegio. Il mondo intero dovrebbe fare un appello preciso per evitare ed eliminare dalla faccia della terra tali pratiche.