Esistono notevoli differenze tra la patata normale e quella dolce. Conoscerle serve a limitare i danni sull’organismo ed a cucinarle al meglio.
C’è chi ne mangerebbe in quantità abnorme, a colazione, pranzo o cena. Se la domanda che vi state ponendo è quanto faranno bene al nostro organismo, è utile conoscere le sostanziali differenze tra la patata normale e la patata dolce. Queste infatti vengono spesso etichettate come uguali e aventi le stesse proprietà ma, in realtà, non è del tutto così. Conoscere le caratteristiche di questi alimenti, contribuisce al benessere fisico ed anche a cucinarle meglio per assaporarne tutto il gusto.
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Appartenenti alla famiglia degli ortaggi, questi tuberi sono facilmente riconoscibili poiché differiscono per aspetto e gusto. Nel dettaglio, quella dolce si trova in genere con la buccia marrone e la polpa arancio ma è presente anche in viola. La classica invece, quella più frequentemente utilizzata, presenta la buccia marrone e la polpa gialla. Seppur simili, i tuberi differiscono per caratteristiche e valori nutrizionali. Le differenze non sono abissale ma, secondo gli esperti, una può essere considerata più salutare dell’altra.
Spesso si sente dire che tali tuberi siano dei carboidrati semplici in grado di sostituire quelli più complessi. Sono tanti i consumatori che vorrebbero conoscere i reali valori nutrizionali di questi prodotti e, di conseguenza, capire quale sia più opportuno acquistare e consumare. Di seguito, tutti i valori nutrizionali che possono aiutare a schiarire le idee.
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Le due varietà di tuberi messe a confronto, sono paragonabili per diversi valori in relazione a 100 grammi. Entrambe infatti hanno circa 90 calorie, 2 grammi di proteine, 0,15 grammi di grasso, 21 grammi di carboidrati, circa 3 grammi di fibre ed il 6% di magnesio. Differenze sostanziali invece si registrano sull’apporto vitaminico. Un esempio su tutti riguarda la vitamina A presente al 107% nella radice dolce ed allo 0,1 in quella normale. Ulteriore fattore di distinzione è l’indice glicemico. Nel caso delle radici dolci, questo raggiunge valori tra 45 e 84 in base alla cottura mentre, per le radici normali, può superare anche l’indice 110.
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Considerando che superato l’indice 70, il valore della glicemia sale a dismisura, la varietà dolce può essere considerata più sana. Il consiglio è quello di scegliere cotture light, come al forno o bollite, e di condire con spezie lasciando la buccia ricca di fibre. Limitando il sale, il burro e l’olio per condire, le varietà si possono gustare senza esagerare nelle quantità.