WWF avverte: il nostro efferato consumismo sta progressivamente annientando la biodiversità. Bisogna intervenire al più presto.
Il nostro pianeta è malato; questa è una verità oggettiva appurabile anche ad occhio nudo senza bisogno di specifici studi o esperimenti che confermino la preoccupante situazione. La crisi climatica, dovuta all’insostenibile livello in inquinamento, sta lentamente annientando la biodiversità di questo enorme ecosistema chiamato Terra.
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L’essere umano, chiaramente, è l’artefice di questo apocalittico evento. La sua irresponsabilità nell’anteporre il consumistico piacere della comodità, alla tutela della salute, ha aggravato le precarie condizioni di salute del pianeta. Il WWF ha lanciato un allarmante grido d’aiuto.
Il prezioso patrimonio rappresentato dalla ricca biodiversità sta sparendo
Le precarie condizioni di salute di questo immenso ecosistema chiamato pianeta Terra si stanno celermente aggravando. Il prezioso patrimonio rappresentato dalla ricca biodiversità sta lentamente sparendo, diverse specie animali e vegetali sono a rischio estinzione. In questo quadro decisamente preoccupante diverse associazioni ambientaliste hanno lanciato un allarmante grido d’aiuto.
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Secondo il report stilato dal WWF, molti sistemi naturali, come savane, praterie, zone umide e torbiere vengono distrutti con una velocità impressionante, specie nelle zone tropicali del pianeta. Questo preoccupante fenomeno sta accelerando le conseguenze del riscaldamento globale, pregiudicando inesorabilmente la biodiversità del pianeta.
La FAO , fra le tante causa di questo impellente aggravarsi della situazione ambientale, ha individuato che la produzione di materie prime e di prodotti agricoli, zootecnici e forestali, grava pesantemente sulla salute del nostro ecosistema.
Il WWF a tal proposito denuncia il troppo immobilismo delle istituzioni europee, incapaci ancora una volta di programmare una manovra comune che monitori e tuteli la biodiversità contenuta in queste vaste aree verdi. La nota associazione ambientalista ammonisce l’Europa e il mondo intero, lanciando un monito in merito alla tutela della biodiversità, messa in grave rischio dalle prerogative economiche.
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Più della metà del Cerrado brasiliano, la savana con maggiore biodiversità al mondo estirpata principalmente per far spazio agli allevamenti bovini. Stessa cosa per il Chaco argentino , convertito a terreno agricolo per garantire una certa produzione di soia. O ancora, quasi la totalità delle torbiere di Sumatra è stata cancellata per la produzione di olio di palma. Insomma un fenomeno catastrofico che sembra destinato a non arenarsi