La malattia da graffio è una patologia molto comune. Vediamo di cosa si tratta, quali sono i sintomi, gli esami e le cure.
Quanti di voi amano i gatti? Questi batuffoli di pelo, proprio come i cani sono tra gli animali domestici preferiti dall’uomo. La loro intelligenza ed il loro essere amorevoli con l’essere umano li rende i perfetti animali da compagnia.
Ma sapete che se un gatto vi graffia potreste essere in serio pericolo? Ebbene si, nonostante questi animali possano sembrare buoni, carini e docili, se li prendete in un momento di nervosismo il loro graffio può portarvi dei problemi di salute non indifferenti.
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Si tratta di una vera e propria malattia chiamata “malattia da graffio”, ma il suo nome tecnico è Bartonellosi. E’ una malattia provocata dai batteri Bartonella henselae, che durante il graffio di un gatto possono essere trasmessi al nostro organismo.
Ovviamente non tutti i gatti possono trasmetterla, poichè ci devono essere delle specifiche condizioni. Solitamente l’infezione viene trasmessa al gatto da dei parassiti, come ad esempio le pulci. Ciò significa che non dovrete aver troppa paura del vostro animale domestico, ma piuttosto, dovresti stare attenti ai gatti randagi che incontrate per strada.
Malattia da graffio: come si prende e quali sono i suoi sintomi
Questa patologia proveniente dai nostri amici felini, in realtà è causata dai batteri Gram- Bartonella henselae. Se il gatto è già infettato da questi batteri, con un semplice morso o graffio, può facilmente trasferire l’infezione anche all’uomo.
Per essere infetto il gatto deve essere un soggetto pieno di pulci, poichè sono loro le artefici e portatrici di questi batteri. Il rischio maggiore proviene quindi dai gatti con le pulci.
Purtroppo i sintomi non vengono alla luce subito dopo al graffio, ma appaiono qualche giorno dopo. Circa una settimana dopo si possono iniziare a vedere degli eritemi crostosi sulla zona colpita dal gatto e dopo circa due settimane la situazione inizia ad evolversi.
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Iniziano ad ingrandirsi i linfonodi regionali, che col passare dei giorni possono sviluppare anche delle fistole. Durante questo periodo è possibile anche che si abbia della febbre, mal di testa e dolori corporei.
Questi sono i sintomi più classici, comuni alla maggior parte delle persone che ha sviluppato l’infezione. Tuttavia, ci sono alcuni sintomi più gravi ma molto rari che sviluppano alcuni pazienti con patologie pregresse.
Ad esempio, i soggetti che hanno già dei nodulini preauricolari possono sviluppare la sindrome oculoghiandolare di Parinaud, una specie di congiuntivite. Altri ancora possono sviluppare dei sintomi neurologici come delle convulsioni.
Come diagnosticare la malattia e quali sono le cure
Quando si iniziano ad intravedere sintomi come la pelle irritata e crostificata, è bene accertarsi della malattia, effettuando una diagnosi attenta.
Per ottenere una diagnosi accurata è necessario sottoporsi a dei test sierologici in fase acuta, ad un PCR oppure, se i vostri linfonodi sono già gonfi, potreste procedere con una biopsia dei linfonodi gonfi.
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Una volta constatata la malattia da graffio, bisogna procedere con le cure. Le cure consistono nell’assuznione di determinati antibiotici prescritti dal medico e alcuni medicinali per ridurre la linfoadenopatia. La linfoadenopatia, infatti, alcune volte si riduce da sola ma altre volte ha bisogno di un aiuto.
Solitamente per ridurla vengono prescritti l’eritromicina o l’azitromicina. Se si tratta di un soggetto immunodepresso, si può ricorrere alla doxiciclina ed alla rifampicina, sotto consiglio del proprio medico.