Siete convinti che il gatto nero porta sfortuna? Ecco tutta la verità sulla sua storie e sulla leggenda che ne segna la reputazione fin dall’antichità.
Considerato da sempre come un simbolo di cattivo auspicio, il gatto nero è per molti un vero e proprio porta sfortuna. I miti e le leggende sul suo conto si susseguono fin dall’antichità ma qual’è la verità? Per conoscerla bisogna risalire alle origini della sua storia e tornare a tanti anni fa.
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Chi ama gli animali e, in particolare i felini, non fa distinzione su colori e razze. Spesso etichettati come animali schivi e freddi, i mici in realtà sono cuccioli dal carattere deciso ma al contempo adorabile.
Quelli neri sono considerati dai più in malo modo. Ma è vero ciò che si narra sul loro conto? La reputazione di questi felini dal pelo scuro e gli occhi profondi è ormai rovinata dal sentire comune. C’è chi frena bruscamente quando un micio cosiffatto attraversa la strada davanti a sé. Ma cosa si nasconde dietro tale credenza? Scopriamolo insieme.
Si cresce con l’idea che il micio dal pelo nero porti male. Chiunque ne vede uno mette in campo tutte le scaramanzie possibile per scongiurare il peggio. Ma, per scoprire cosa c’è di vero sul conto di questi mici, bisogna tornare ai tempi del Medioevo quando il cucciolo era associato alla stregoneria.
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I mici infatti uscivano di notte seguendo le streghe e partecipando ai loro riti magici. Il suo colore inoltre non lo ha aiutato. Collegato al lutto ed alla morte, il felino era considerato un vero e proprio demone e per questo allontanato dai più. Con la caccia alla streghe messa in campo da Papa Innocenzo III, molti mici furono messi al rogo insieme alle streghe.
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Ma se in alcune culture questa credenza si è sempre più fortificata, in altre invece non è mai entrata. Gli Egizi hanno sempre amato questo micio e nell’Antica Roma era simbolo di buona sorte. Dunque è chiaro come la sua reputazione sia legata soltanto ad un destino crudele, tramandato nel corso degli anni, ma che probabilmente andrebbe superato.