Iceberg si stacca dalla piattaforma: miliardi di tonnellate di acqua nell’Oceano
E’ successo davvero, un enorme pezzo di Iceberg si è staccato dalla piattaforma facendo defluire, nel mare, tonnellate di acqua dolce. Una quantità davvero esagerata e difficile da poter immaginare. Sappiamo che l’equivalente è pari a circa una sessantina di piscine olimpioniche.
Quello che sappiamo con certezza è che nel luglio 2017,questo pezzo di ghiaccio si è staccato, nella zona della costa orientale dell’antartico. Da allora è stato continuamente monitorato, considerando il rischio che potesse travolgere gli ecosistemi che si trovava davanti, lungo il suo tragitto senza controllo.
Lo studio recente e le preoccupazioni dei ricercatori
In uno studio recente, l’iceberg è stato monitorato attraverso dei satelliti, dalle sofisticate funzioni, ed è stato appurato che, al contrario di quello che si temeva, non è rimasto bloccato sul fondo marino. Ciò avrebbe comportato un vero e proprio arresto della vita marina, assolutamente pericoloso, sia per la flora e la fauna marina ma anche e soprattutto per l’equilibrio dell’ecosistema stesso.
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L’iceberg, al contrario di ogni previsione, dunque, ha continuato a muoversi ed a sciogliersi. Quando accade questo particolare fenomeno, generalmente, nel loro tragitto, gli Iceberg rilasciano acqua e sostanze nutritive, fino al raggiungimento della riva ed allo scioglimento definitivo.
Questo naturale processo incide sulla circolazione oceanica locale e, come si può immaginare, favorisce la produzione biologica intorno all’iceberg. Al suo massimo, l’Iceberg si è sciolto ad una velocità di 7 metri al mese.
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Quello che i ricercatori stanno provando a stabilire, dunque, è se questa enorme quantità di acqua sciolta e la presenza di questo enorme pezzo di ghiaccio, possa avere effetti sull’ambiente circostante. Al momento la zona interessata a tali ricerche è quella della Georgia del sud, dove l’iceberg sta viaggiando. La speranza è sempre quella che questo fenomeno naturale, come tanti altri, non abbia conseguenze catastrofiche per l’ecosistema, ne per le città marine che tocca. Al momento, comunque, gli esperti ci assicurano che possiamo stare tranquilli.