L’acqua è il bene prezioso per eccellenza: funzionale alla nascita e crescita della vita, è un bene da preservare senza favorire sprechi. Vediamo alcuni metodi alleati della sostenibilità.
Senz’acqua non si vive: mai affermazione fu più vera. Senza acqua non sarebbe stata possibile la comparsa della vita sulla terra. L’organismo di un uomo è infatti costituito per il 60% d’acqua, il che significa che un individuo medio di 72 kg conterrà nel proprio corpo, in proporzione, circa 42 litri d’acqua.
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Ma l’acqua non costituisce un elemento imprescindibile soltanto per la nostra specie. Potremmo dire che tutto ciò che è vivo ha a che fare in qualche modo con l’acqua. A partire dai primi organismi formatisi negli specchi d’acqua degli albori della nostra cosmogonia, l’acqua ha rappresentato e rappresenta già da sempre il perno biologico della nostra vita. Eppure l’acqua, patrimonio dei viventi, non è accessibile in egual maniera a tutti.
Acqua, crisi climatica e geografia: una questione controversa.
Considerata la natura indispensabile di questo elemento, cerchiamo quindi di capire perchè è di importanza ancor più vitale evitarne lo spreco. Non tutta l’acqua è potabile, innanzitutto, e non tutta l’acqua è disponibile per tutti. A livello geografico ci sono parti del globo terrestre dove la popolazione autoctona non può attingere a fonti d’acqua potabile, soprattutto nel sud del mondo.
Se è vero infatti che l’89% della popolazione mondiale riesce a soddisfare la propria sete attingendo a fonti sicure, 768 milioni di persone, il restante 11%, no. L’Africa orientale e il Corno d’Africa sono regioni sottoposte a siccità naturale, il che le rende inospitali per la conformazione stessa dei loro territori.
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Anche in Papua Nuova Guinea, Oceania e ancora Myanmar, Cambogia, Afghanistan, Tagikistan e Yemen, meno del 50% della popolazione, e, nelle prime citate, addirittura meno del 25%, ha accesso a fonti d’acqua potabile. Il problema non è solo geografico ma, purtroppo, anche geopolitico.
La questione è tuttavia controversa e necessita di misure assistenziali ragionate che per fortuna partono da molteplici associazioni sanitarie no-profit, come Emergency, fra le più note, specializzata nell’aiuto alle vittime di guerra e povertà. Più in generale è il cambiamento climatico che non sta favorendo un ambiente prolifico per il contenimento e la salvaguardia dell’acqua.
L’innalzamento progressivo delle temperature sta causando danni di inqualificabile gravità per l’ambiente e il nostro pianeta tutto, quindi, per la vita stessa. Le cause del cambiamento climatico sono ben note e il parodosso da tenere a mente è che è l’uomo stesso che, sostenendo un’industrializzazione sfrenata e tutt’altro che ecologica, ha accellerato e favorito le inevitabili conseguenze di un sistema di produzione non rispettoso dell’ambiente.
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Vediamo cosa possiamo fare in piccolo per preservare il nostro bene più prezioso, quindi. Quando sei in cucina puoi adottare alcuni semplici accorgimenti. Se lavi le verdure, ad esempio, serviti di una bacinella, di modo da non lasciare l’acqua scrosciare dal rubinetto senza soluzione di continuità. La lavastoviglie: questo elettrodomestico, se usato opportunamente, può garantire un risparmio annuo di circa 8.000 litri per singola famiglia.
E veniamo alle attività da toilette: quando ci si lava i denti è bene tenere il rubinetto chiuso e, meno immediato ma estremamente funzionale, è possibile utilizzare l’acqua in eccesso per innaffiare le piante. Fra doccia e vasca è poi preferibile utilizzare la doccia: il consumo medio di acqua sarà, in questo caso, di circa 20 litri d’acqua, decisamente preferibile al riempimento di una vasca intera.
Oltre a questi semplici accorgimenti, se volete aiutare i paesi dove l’acqua potabile costituisce un bene di lusso, tenete d’occhio le associazioni no-profit specializzate nel campo, come la già citata Emergency o, ancora, Charity water, che cerca di portare acqua potabile nei paesi in via di sviluppo contribuendo alla costruzione di pozzi e sistemi idrici nelle zone del terzo mondo.