In Canada si cerca un sito di stoccaggio per le scorie nucleari. Ma, non è una situazione facile da gestire. Scopriamo cosa sta succedendo
Le scorie nucleari non sono altro che i rifiuti radioattivi che derivano dall’uso pacifico dell’energia nucleare, i quali contengono isotopi radioattivi di cui però non è previsto il riutilizzo. Tutte le centrali nucleari producono questa tipologia di scorie, di cui, una parte si disperde normalmente nell’ambiente. Come i reflui del raffreddamento che si rilasciano nelle acque dei fiumi, essendo non pericolosi. Ma, in Canada è sorto un serio problema, dove è possibile stoccarle?
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Dove stoccare le scorie nucleari? Il problema sorto in Canada
Il Canada è un Paese grande che presenta una densità abitativa ridotta. E’ la seconda nazione più grande al mondo, con 38 milioni di persone e 10 milioni di chilometri quadrati.
Eppure, nonostante lo spazio a disposizione, c’è un problema logistico su dove mettere le scorie nucleari. Anche perché, nessuno effettivamente le vuole nei pressi di casa propria.
In Canada sono presenti tre siti nucleari, da oltre sessant’anni, e da allora ci si chiede sempre dover poter stoccare le scorie prodotte.
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La soluzione a cui si sta pensando è di depositare tali scorie in alcune caverne sotterranee, che siano naturali o artificiali, nei pressi dei grandi laghi che segnano il confine tra Canada e Stati Uniti.
Le scorie verranno trasformate in materiale ceramico, una sorta di tronchetto, dalla forma cilindrica. Inseriti poi in contenitori metallici verranno depositati all’interno delle caverne.
Il tutto verrà poi sigillato con un muro in cemento di 10-12 metri. La durata di tale stoccaggio corrisponde davvero a un’eternità. Esattamente 400mila anni.
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Durante i primi 30-60 anni rilasceranno energia, calore e radiazioni in modo davvero intenso. Tale soluzione richiede, solo, 25 miliardi di dollari.
Ad ora hanno individuato solo ventidue città, di cui solo due sono arrivate nella selezione finale. South Bruce e Ignace sono i siti su cui ricadrà la scelta. Nei loro dintorni ci sono decine di comunità native.
Ma, sono zone silenziose, poste nell’ombra e in un certo senso sperano che accettino passivamente la loro sorte. Si giustifica tale decisione affermando la sicurezza di tale pratica.
Ci si appella ai modelli matematici che permetterebbero di trattare e conservare le scorie in totale sicurezza. Ma, si parla sempre di materiali radioattivi.
Queste sostanze da dover stoccare rientrano tra quelle più pericolose, poiché quelle di pericolo medio sono smaltite direttamente nelle centrali o comunque a lavoro in corso.
A tale situazione si cerca una soluzione dal 2010, e ad oggi manca ancora la sede di destinazione delle scorie. D’altronde quando si parla di nucleare, è bene valutare tutti i rischi del caso.