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Giardinaggio

Bokashi: il compostaggio giapponese é virale. Puoi farlo anche tu comodamente a casa tua

É diventato ormai virale il bokashi, tecnica del compostaggio giapponese facile da fare in casa, 100% organico e naturale.

Pacciame bokashi terra (Pixabay)

É diventato ormai virale il bokashi, tecnica del compostaggio giapponese facile da fare in casa, 100% organico e naturale. Il compostaggio serve per nutrire il terreno e per coltivare in modo sano e corretto le piante. Si tratta di un passaggio fondamentale, che non molti sanno fare, eppure è così semplice. Tra le numerose tecniche per il compostaggio, quella del bokashi è una delle più efficaci, e anche essenziali, oggi diventata virale in tutto il mondo.

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In cosa consiste il bokashi? Si tratta di un metodo 100% organico e naturale, attraverso il quale si ricava fertilizzante grazie alla fermentazione dei rifiuti alimentari. In questo modo, si genere un compost ricco di nutrienti. Non a caso la traduzione della parola “bokashi” è appunto “materia organica fermentata”. È un compost più efficace rispetto agli altri, poiché si avvale dei nutrienti dl cibo di scarto. Ma come funziona?

La tecnica del compostaggio giapponese bokashi, come farla

Terriccio pacciame per piante con rifiuti fermentati (Pixabay)

Di solito, per creare il compostaggio con questa tecnica, si usa mescolare foglie secche con riso, segatura e altri scarti della cucina. Se non si ha voglia di farlo o se non si hanno le idee chiare, è possibile acquistare direttamente il compost giapponese dal vivaio. A questo punto, una volta preparata la base del compost, basta aggiungere i rifiuti di cibo. Come fare? Basta mettere compost e rifiuti in un secchio chiuso e lasciare fermentare per tre o quattro settimane. Si formerà del liquido e i cattivi odori saranno svaniti.

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Grazie al bokashi, il processo di fermentazione è molto più rapido rispetto alle altre tecniche. Se il compost utilizza la decomposizione e il calore per trasformare i rifiuti dei vegetali, il bokashi si basa sulla fermentazione anaerobica, ossia priva di ossigeno, usando gli scarti di cibo. Qualsiasi tipo di cibo, anche quello cotto, basta solo sigillare bene il secchio per la fermentazione. Anche se per metterla in pratica occorre più tempo, i vantaggi della tecnica giapponese sono diversi, tra cui:

  • In questo modo non si sprecano gli avanzi
  • Non ci sono cattivi odori nel contenitore sigillato
  • Si risparmiano soldi
  • Non occorrono fertilizzanti
  • È ricco di nutrienti

Come fare direttamente in casa il bakashi? È davvero facile, ma bisogna tener presenti le proporzioni, utilizzando crusca di frumento, EM-1 (microrganismi), melassa, terra Petra, che sarebbe un terriccio particolare. Non resta che passare al procedimento. Si deve mescolare un cucchiaio di melassa in un quarto di litri di acqua, versare l’EM-1, poi versare il composto in 500g di crusca e mescolare ancora.

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A questo punto, non resta che mettere il compost umido in un contenitore sigillato e lasciarlo chiuso per 3 settimane. Trascorse le tre settimana, bisogna estrarre il compost e farlo asciugare, poi occorre aggiungere gli scarti del cibo, mescolare e rimettere il tutto nel contenitore, insieme alla terra Petra, per attivare la fermentazione. Lasciare così per circa un mese, dopodiché si può usare come terriccio per le piante. Altrimenti, negozi fisici o virtuali vendono direttamente il kit già pronto.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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