Succo di limone, occhio agli effetti collaterali. Nessuno ne parla, è assurdo
3 anni fa
Succo di limone, un concentrato vitaminico e ricco di benessere. Occhio però agli effetti collaterali di cui nessuno vi parla.
Da sempre sentiamo dire quanto faccia bene bere del succo di limone fresco. Il suo apporto vitaminico infatti lo rende un alleato per la nostra bellezza e benessere. Un’esigenza impellente di concedersi una super bevanda. Ma siamo certi che faccia sempre bene? Esistono degli studi che attestano il contrario di quanto noto sino ad ora.
Più precisamente la spremuta di limone potrebbe avere delle cattive conseguenze sul nostro organismo. E’ il momento pertanto di scoprire quali sono questi effetti indesiderati prima che sia tardi.
Bere succo di limone in maniera smisurata può provocare i seguenti disturbi:
Denti: l’acido citrico contenuto nel limone potrebbe a lungo andare danneggiare lo smalto dei denti, creando un effetto corrosivo. Per questo motivo si consiglia di bere – per sopperire a questo problema – con una cannuccia in modo che l’acido non vada a finire sui denti. Ecco perché anche nel caso di afte occorre evitare l’agrume perché potrebbe incrementare la sua infiammazione;
Stomaco: il succo eccessivo provoca un bruciore notevole che può tramutarsi nei casi più gravi in ulcere. Quello che bisogna fare è limitarne il consumo perché incide sul rivestimento dello stomaco. Conseguenze possono essere altresì la nausea ed il vomito;
Ferro: il succo di limone facilita l’assorbimento di ferro, un problema di non poco conto nei soggetti affetti da emocromatosi;
Digestione: la combinazione del limone insieme ad altri cibi acidi come il pomodoro o cetrioli e yogurt potrebbe comprometterne la fase;
Conseguenze ulteriori: mai usarlo come rimedio per far schiarire la pelle perché piò provocare delle bruciature. Inoltre può favorire l’emicrania a causa della tiramina, proteina spesso coinvolta in tale fastidio. Insomma, il segreto sta sempre nel consumarne nella giusta misura, senza mai esagerare.
Nata a Catania nel 1987. Conseguita la Laurea Magistrale in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Matrimonio omosessuale: un’analisi comparatistica”, intraprende il percorso forense tra divorzi, procedimenti in Corte D’Appello e Commissione Tributaria. Parallelamente muove i primi passi in ambito giornalistico collaborando con alcune testate locali e scrivendo articoli di diritto con analisi approfondita sulle pronunce più autorevoli della Corte di Cassazione. Appassionata di fotografia, non rinuncia mai alla sua reflex che viaggia con lei, alla ricerca di dettagli da immortalare. Lingue parlate inglese, francese e spagnolo.