Natura sbalorditiva: le piante ingannevoli che si mimetizzano in modo inatteso, i tre esempi che ti lasceranno senza parole.
Natura sbalorditiva: le piante ingannevoli che si mimetizzano in modo inatteso, i tre esempi che ti lasceranno senza parole. In natura, per tutti gli esseri viventi, lo spirito di sopravvivenza è un istinto fondamentale necessario alla preservazione della specie. La sopravvivenza è un istinto che non riguarda solo uomini e animali ma anche le piante. E infatti, anche loro tendono a ingegnarsi per superare le difficoltà. Vediamo insieme tre esempi di inganni messi in atto dalle piante per sopravvivere.
Alcune di esse fingono di essere insetti, altre sassi e altre ancora addirittura escrementi! Un esempio di inganno vegetale è quello delle orchidee. Per comprendere l’inganno attuato dall’orchidea, bisogna contestualizzare e fare una breve digressione sul processo riproduttivo delle piante. Nello specifico delle piante cosiddette Angiosperme, cioè quelle con “fiore vero” che produce sempre un frutto.
Per far sì che avvenga la fecondazione, il polline prodotto dal fiore maschio deve essere trasferito ad un fiore femmina. Molto spesso, questo processo di trasferimento è attuato dagli insetti, i quali prelevano il polline dal fiore maschio e lo trasportano nel fiore femmina. Questo processo di scambio avviene in maniera bilaterale. Infatti, quando l’insetto preleva il polline dal fiore maschio, di solito, è ripagato in termini di nutrimento.
L’insetto si nutre dal fiore maschio, attraverso il nettare, e in cambio disperde i gameti (cioè il polline) nel fiore femmina, facilitando l’impollinazione e quindi la riproduzione della pianta. Alcune piante, pero’, non producono il nettare che dà nutrimento agli insetti e, di conseguenza, per questo tipo di piante, il processo di riproduzione è sfavorito. Gli insetti tenderanno sempre a fermarsi sui fiori che possono fornire sostanze nutrienti.
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Una pianta che non produce nettare è proprio l’orchidea che, per sopravvivere e far sì che gli insetti si fermino sui suoi fiori per trasportare il polline, attua un inganno sessuale. Le orchidee, infatti, sono in grado di mimare alcuni insetti e fare in modo che i loro fiori somiglino a degli insetti femmina, con cui l’insetto maschio vuole accoppiarsi. La forma del labello imita alla perfezione, sia nel disegno che nella pelosità, l’addome dell’insetto femmina.
La pianta addirittura è in grado di produrre un ferormone che inganna l’insetto maschio e lo richiama ad avvicinarsi, seguendo l’istinto riproduttivo. Il tipo di insetto che queste piante sono in grado di imitare appartiene all’ordine degli imenotteri, il quale comprende insetti come api e vespe. Dal momento che l’insetto maschio, così come la maggior parte delle specie viventi, tende ad accoppiarsi con più femmine, l’inganno dell’orchidea fa sì che l’animale si posi su più fiori, favorendo l’impollinazione su diversi fiori.
A favore di questo processo entra in campo la memoria corta degli insetti. Infatti, l’insetto maschio, dimentica subito che l’orchidea non è un partner sessuale e quindi dopo poche ore potrebbe riposarsi sullo stesso fiore, riproponendo il processo di impollinazione. Un altro inganno della natura riguarda il genere di pianta Lithops, tipica dell’africa meridionale. Questa pianta imita la forma dei sassi per sopravvivere ed evitare che diventi preda degli animali circostanti.
Si tratta di piante grasse, quindi contenenti dei tessuti che fungono da riserva nei quali accumulare l’acqua. In ambienti molto aridi, come appunto l’Africa Meridionale, accumulare acqua è necessario alla sopravvivenza. Proprio per questa capacità, questo tipo di piante è oggetto di attenzione per numerosi animali che hanno necessità di mangiare e di bere in luoghi così ostili. Per evitare che questo avvenga, le piante tendono a mimetizzarsi nella natura e modellano le loro foglie facendo in modo che si incastonino nel terreno.
Questo processo fa sì che lascino in evidenza solo una porzione grigiastra e rotondeggiante delle foglie. Inoltre, la parte della pianta che rimane visibile è anche rugosa. Si tratta quindi di caratteristiche che rendono la pianta simile a dei ciottoli. Questo trucco è particolarmente efficace per evitare che gli animali distruggano la pianta per alimentarsi e idratarsi. Un altro inganno interessante effettuato dalle piante è quello messo in atto dalla specie Ceratocaryum argenteum. Si tratta di una pianta del Sudafrica, la quale sfrutta un meccanismo di mimetismo fecale per ingannare gli scarabei stercorari.
I semi di questa pianta sono grandi marroni e maleodoranti e infatti si sono evoluti nei secoli proprio per imitare lo sterco di alcuni animali erbivori, in particolare lo sterco dell’antilope. Questo inganno, molto insolito, è efficace contro gli scarabei, che fanno rotolare i semi per poi seppellirli. In questo modo si facilita il processo di sopravvivenza della specie, in modo tale da favorire la nascita di nuove piante. In questo processo pero’ non avviene uno scambio bilaterale.
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Lo scarabeo non riesce né a cibarsi dei semi di questa pianta né tanto meno a deporci le uova all’interno. Cosa che invece riuscirebbe a fare con lo sterco vero e proprio. Gli scarabei si rendono conto che qualcosa non va, ma solo quando non riescono a deporre le uova nel seme. Quando ciò accade è troppo tardi, lasciano il seme lì e vanno via. Quindi, in questo caso, l’inganno non è del tutto perfetto, ma comunque garantisce la sopravvivenza, favorendo la riproduzione vegetale.