Lo scioglimento di ghiacciai e delle calotte polari segue l’orologio biologico del cambiamento climatico. Analizziamo la scoperta degli scienziati in Groenlandia.
Si è concentrata sullo Store Glacier, un grande sbocco della calotta glaciale in Groenlandia, l’analisi di alcuni scienziati dell’Università di Cambridge, Aberystwyth, dell’Università della California Santa Cruz e del Geological Survey di Danimarca e Groenlandia.
L’oggetto dello studio? Il comportamento dell’acqua di fusione della calotta polare in Groenlandia. Il gruppo di ricerca fa parte del progetto europeo RESPONDER e lo studio si è basato sul monitoraggio e l’analisi dell’acqua di fusione del ghiacciaio. La scoperta potrebbe rivoluzionare il modo di intendere i meccanismi di perdita idrica dei ghiacciai.
Una scoperta rivoluzionaria per il mondo della scienza
Lo studio portato avanti dal gruppo di ricerca ha osservato la temperatura e il comportamento dell’acqua di fusione del ghiacciaio. Questa, formandosi in superficie, arriva sino alla base del ghiacciaio tramite delle fessure. In Groenlandia è particolarmente ostico portare avanti simili analisi a causa del volume dei blocchi di ghiaccio.
La distanza fra il letto del ghiacciaio e la sua superficie è infatti di circa 1 km. Il ghiaccio che fonde genera di per se stesso energia convertendo la pressione gravitazionale in calore, e questo fenomeno è ben noto per gran parte della letteratura in materia. In particolare, l’energia gravitazionale dell’acqua di disgelo, la sua pressione, viene convertita in calore proprio durante il passaggio nelle fessure del ghiacciaio.
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L’acqua di fusione è responsabile del movimento dei ghiacciai e del livello dell’acqua degli oceani. Il team, con a capo Poul Christoffersen, ha monitorato il ghiacciao per 7 anni raccogliendo dati fondamentali grazie all’utilizzo di specifici strumenti per la misurazione dei tassi di fusione basale. Gli stessi strumenti erano stati già testati per lo studio delle lastre di ghiaccio antartiche.
La novità sostanziale introdotta dal loro studio, spiega Christoffersen al ilFattoQuotidiano, risiede nella considerazione del calore generato dall’acqua di fusione stessa, parametro mai considerato prima. Lo studio delle calotte ha da sempre considerato il calore in relazione all’energia geotermica e all’attrito delle lastre di ghiaccio, mai a partire dalle dinamiche interne all’acqua di fusione.
La scoperta è davvero illuminante. L’energia prodotta dalle enormi quantità d’acqua dei ghiacciai di questo territorio rende la Groenlandia la più grande diga del mondo. Il risultato delle varie misurazioni ha registrato che la temperatura dell’acqua alla base del ghiacciaio è di +0,88 °C. Considerando che per la calotta il punto di fusione dell’acqua è a -0,40 °C, i dati confermano che l’acqua si riscalda giù in fondo, alla base del ghiacciaio.
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Ciò innesca un fenomeno di riscaldamento per attrito interno all’acqua stessa. Questo studio ci parla di un meccanismo di riduzione volumentrica dei ghiacciai della calotta glaciale non ancora considerato dai tradizionali modelli di innalzamento del livello del mare globale.
Gli studiosi hanno calcolato che in estate i metri cubi d’acqua fusa affluenti nello Store Glacier quotidianamente arrivano fino a 82 milioni di metri cubi. Il quantitativo di energia risultante dal processo eguaglia quelli prodotti dalla Diga delle Tre Gole in Cina, la più grande centrale idroelettrica sul pianeta.
L’area di fusione della calotta glaciale, in Groenlandia, copre circa un milione di km di superficie. I movimenti geotermici che la abitano producono di fatto più energia delle dieci centrali idroelettriche più grandi del mondo messe assieme.