Russia, il cibo inizia a scarseggiare. La decisione fa temere il peggio

Russia: supermercati nel caos. Imposti limiti nell’acquisto di molti prodotti di prima necessità e non solo

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Scaffali in Supermercato da Pixabay

La situazione dal versante Russo-Ucraino sembra non placarsi, nemmeno lontanamente. A pagarne il prezzo più alto, come in tutte le situazioni di conflitto, così efferato e violento, sono senza dubbio i cittadini. Lo abbiamo imparato dai libri di storia, dai racconti dei nostri nonni, che ci sembravano così assurdi, così lontani e talvolta esagerati. Invece lo scenario si ripete in questo strano inizio del 2022. Tra la popolazione, c’è chi frettolosamente cerca di lasciare la città. Per chi resta, invece, c’è, oltretutto, la paura di rimanere senza cibo. La paura di non riuscire a dar da mangiare ai bambini, il pensiero che possa mancare persino il latte per i neonati o di farmaci essenziali e di vitale importanza per le persone malate.

Limiti imposti per gli acquisti: scopriamone di più

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Latte e pane da Pixabay

 

In Russia, le grandi catene di distribuzione introducono limiti sull’acquisto dei generi alimentari di prima necessità, anche per gli ordini online. L’hanno chiamata rete commerciale “lenta” e la sua funzione, è proprio quella di rallentare gli acquisti. La rete lenta è considerata dall’amministrazione una misura estremamente necessaria per contenere gli acquisti e la speculazione sui prodotti di prima necessità. Ma chiaramente, questa scelta ha generato ancora di più il panico tra la gente comune.

I limiti sugli acquisti riguardano i cereali, il caffè, thè, zucchero, farina, carni, condimenti, salse, oli, prodotti ittici, pannolini, detersivi e carta igienica. Inoltre, alcuni gruppi di grande distribuzione, oltre ai limiti sull’acquisto di prodotti, hanno deciso di imporre restrizioni anche sugli acquisti per persona. Nei supermercati, spuntano, in evidenza, cartelli che avvisano i clienti che i rifornimenti dei prodotti saranno giornalieri, pertanto invitano a limitare l’acquisto ad un numero limitato di cinque scatole e conserve, litri di olio, chili di cereali, farina, pasta e per lo zucchero, il limite quantitativo è di dieci chili per volta. Nonostante questa sorta di “rassicurazione“, la popolazione risulta molto preoccupata.

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Si tratta, di generi di prima necessità, dai prezzi calmierati. Ciò vuol dire che il Governo ha imposto inoltre, un tetto massimo, per quanto riguarda i prezzi di acquisto dei prodotti, che non può essere superato. Per evitare appunto, un problema, che risulta molto frequente in situazioni del genere, che è quello dello svuotamento degli scaffali ai fini della speculazione.

Quello dell’acquisto dei beni alimentari di prima necessità non è l’unico limite, comunque imposto alla Russia, ed ai suoi cittadini. Video testimonianze hanno sottolineato un cambiamento anche sulla vendita dei prodotti, che riguarda anche il nostro paese. Infatti, nei supermercati non è più possibile acquistare prodotti tipicamente Italiani, di cui vi era largo consumo, come il Parmigiano o la Burrata Pugliese.

Russia ed Ucraina: restrizioni non solo sui generi alimentari

Inoltre, nel paese guidato da Putin, si registrano anche blocchi e disagi nel funzionamento dei social di origine occidentale, come Facebook ed Instagram e l’incremento dell’utilizzo, invece, di applicazioni alternative, come Telegram. Alcune voci, parlano dell’idea, del Presidente Russo, di sostituire tutti i prodotti importati per un acquisto di prodotti di imitazione esclusivamente “Made in Russia“, per contenere i gravi problemi economici che si prospettano.

Quel che resta, di certo, in questo brutto periodo storico è la situazione della gente comune, sia della Russia, sia dell’Ucraina. Sullo sfondo di città distrutte, monumenti storici annientati, ci sono le persone, ci sono le donne ed i bambini che scappano nel freddo della notte per provare a salvarsi. Ci sono i cittadini che chiedono aiuto, disperatamente, per poter mangiare e per poter avere farmaci e prodotti per l’igiene.

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Ricordiamo, che questo conflitto, ha posto un freno, ingiustamente, anche ai malati che necessitano di terapie periodiche presso gli Ospedali, come ad esempio i trattamenti chemioterapici, necessari per la salute dei malati. Si è infatti data la precedenza ai feriti, vittime di questa guerra.