La svolta green per l’economia globale è ancora lontana. All’orizzonte però si intravedono grandi cambiamenti in prospettiva di una transizione energetica. Analizziamo tutte le novità per Europa e Italia.
Negli ultimi anni la crisi climatica è stata protagonista dell’arena del dibattito pubblico. L’abbiamo conosciuta grazie alla portavoce in prima linea Greta Thunberg ma ancor di più l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle avvertendo col bizzarro cambiamento dei tratti tipici delle nostre stagioni.
Cosa è cambiato? Sicuramente qualcosa. Quello della transizione ecologica è diventato il primo punto nell’agenda di molta politica europea e i primi passi vanno in contro ad una fondamentale riformazione del tema delle energie fossili.
Transizione energetica: in Europa e non solo, un trend in espansione
Stando al report del 2022 sulla transizione energetica emesso dalla piattaforma finanziaria Bloomberg (Energy transition investment trends 2022 di Bloomberg new energy finance, BNEF ), colosso dell’informazione finanziaria, gli investimenti globali in energie alternative hanno conosciuto un aumento del 27% rispetto al 2020.
La maggiorparte degli investimenti provengono dalla Cina, il 50% di capitale è stato investito dalla super potenza in energie rinnovabili. La Cina ha varato infatti il più grande e costoso piano industriale per lo sviluppo nucleare al mondo, con l’obiettivo per il 2050 di passare da una potenza di 80 GW, raggiunta nel 2020, a quella di 400 GW. Il paese registra infatti un’ingente domanda energetica a causa della densità demografica.
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Pur rimanendo il principale inquinatore al mondo, la Cina troneggia sul podio degli investimenti green. La sua agenda promette grandi cambiamenti nella gestione energetica del paese mentre continua a bruciare carbone per ricavare l’energia necessaria.
Stando al report, oltre agli investimenti in energie rinnovabili, a crescere sarebbero quelli nei trasporti elettrificati. L’energia rinnovabile ha registrato nel 2021 un impegno di 366 miliardi di dollari e i trasporti elettrificati hanno raggiunto un tetto di investimento di 273 miliardi. Se l’andamento dovesse stabilizzarsi o crescere gli investimenti in auto elettriche potrebbero superare quelli in energie rinnovabili.
La Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha luogo ormai da quasi tre anni. Fra gli obiettivi del Cop 26, c’è quello di raggiungere il net zero entro il 2050, ovvero l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra. Nell’ultimo collegio, tenuto a Glasgow, l’assemblea delle nazioni ha decretato che gli investimenti dovranno triplicare nei prossimi anni se si vuole prestare fede all’obiettivo comune.
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In questo modo, spiegano gli analisti di Bnef, gli investimenti passerebbero da una media di 2,1 mila miliardi l’anno tra il 2022 e il 2025 a quella di 4,2mila miliardi di dollari tra il 2026 e il 2030. I nostri sistemi produttivi e di trasporto, però, restano ancora troppo legati ai combustibili fossili e la recente situazione di coflitto armato fra Russia e Ucraina non favorisce l’emancipazione.
Italia e Germania, quanto a fabbisogno energetico, sono le nazioni europee maggiormente dipendenti dall’importazione di gas dalla Russia. L’italia dipende dalla Russia per il 43% della propria energia, la Germania per ben oltre il 50%. L’improvviso stop all’approvvigionamento porterebbe l’Italia a contemplare fra le varie possibilità quella di riabilitare la centrale di carbone di La Spezia. Il carbone sembrerebbe tornare a tormentare l’atmosfera del pianeta.