Pioppi, la crescita rapida è un cattivo segno. Quello che leggerai non ti piacerà

Pioppi, la crescita rapida a quanto pare è un cattivo segno. Il motivo è ben preciso, non resta che scoprirlo, ma attenzione: quello che leggerai non ti piacerà.

Pioppi a crescita rapida con panorama
Pioppi con panorama – Pixabay

I pioppi sono alberi belli, rigogliosi ed utili per il pianeta. Sappiamo bene come questi insieme a tutti gli alberi presenti nel mondo aiutano a rendere la Terra un pianeta più ospitale, ad avere ossigeno e ridurre l’anidride carbonica, almeno questo è il loro intento. La loro capacità può essere conforme al fabbisogno mondiale?

Da qui il lampo di genio di alcuni scienziati che hanno condotto degli studi per scoprire e capire come fare per ottenere una riduzione ulteriore di CO2: i pioppi a crescita rapida. Di cosa si tratta?

Pioppi a crescita rapida, dubbi e perplessità sull’ultima invenzione scientifica

alberi di pioppo a crescita rapida
vicolo alberi di pioppo – Pixabay

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Un’azienda americana ha prodotto i pioppi a crescita rapida, un modo per sopperire al riscaldamento globale. Gli alberi infatti impiegano molto tempo – si parla di decenni – affinché diventino adulti e raggiungano la funzione di catturare la CO2 e convertirla in forma non inquinante. I pioppi a crescita rapida quindi sono l’invenzione degli scienziati.

Essi basano sul presupposto che questa crescita repentina dei pioppi fa sì che il processo di conversione, utile per l’ambiente, avvenga in tempi più celeri e quindi poter ottenere una quantità maggiore di questa conversione. Si tratta di pioppi che sono modificati geneticamente, ci sono dei geni – di alghe verdi – che rendono la fotosintesi più efficiente e contrastano quanto avviene in natura.

I pioppi infatti presentano un problema di sprechi – al pari di tante altre specie – che sorge quando la fotosintesi produce anche della sostanza di scarto e che viene espulsa tramite la fotorespirazione.

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La modifica ai pioppi a crescita rapida riducono la fotorespirazione e fa sì, che la pianta converta – anziché eliminare – i sottoprodotti tossici. I pioppi modificati in questo modo sarebbero cresciuti in soli 4 mesi in una misura pari al 53% in più rispetto agli alberi non sottoposti a questo trattamento.

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