Il Buddha è una figura spirituale, un individuo che ha raggiunto il massimo grado d’illuminazione. In questo caso la sua mano dà il nome ad un particolare elemento, dalla forma bizzarra. Vediamo cos’è
Buddha è un individuo famosissimo, eppure nessuno lo ha mai davvero incontrato. Il suo nome significa “il risvegliato”, ed è colui che ha raggiunto il massimo grado di illuminazione in vita e si è liberato da tutti gli attaccamenti terreni. Dopo aver preso coscienza della natura dolorosa dell’esistenza, le diverse correnti spirituali legate al buddha concordano che egli divenne illuminato, capace cioè di estinguere il dolore dalla propria esistenza.
Dopo aver vissuto diverse vite, nell’ultima in Buddha avrebbe conseguito il nirvana, la liberazione da tutti gli attaccamenti mondani. Probabilmente, in uno dei tanti passaggi esistenziali, la mano del Buddha deve essersi persa per strada, dando vita ad un tanto bizzarro quanto esemplare limone. Ebbene sì, la mano di Buddha dà il nome e la forma a un agrume.
Col nome scientifico di Citrus medica var. sarcodactylus, questo limone appartiene alla famiglia dei cedri ed è noto col nome di mano di Buddha. La forma del frutto si forma nella fase iniziale di suddivisione degli spicchi, che avviene in modo del tutto insolito. Infatti ogni spicchio si sviluppa e definisce come unità a sè stante, divisa nel corpo dagli altri.
La particolare forma è dovuta ad una malformazione genetica. Molto profumata, questa varietà di cedro è costituita per lo più da buccia e scorza. È privo di polpa ed è infatti utilizzato in particolare in cucina per la preparazione di canditi, condimenti per insalate, marinature, prodotti da forno e bevande, soprattutto cocktail.
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Questo particolare cedro è diffuso e cresce soprattutto nelle vallate di Cina, Giappone e India del Nord. In Cina e Giappone, l’ibrido, noto anche come Fingered Citron, viene servito intorno al nuovo anno perché nella cultura popolare simboleggia felicità, ricchezza e longevità.
L’albero è di estrema originalità, raggiunge il 3,5 metri e sembra davvero che la natura abbia giocato a sorprenderci. All’interno del frutto non ci sono semi e per essere riprodotto ha bisogno di essere innestato. La profumazione è tipica e ricorda quella della lavanda più che quella del limone.
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Lo scopo a cui è più dedito è quello ornamentale, è estremamente raro e gettonato al punto da essere fra i frutti più costosi nell’inventario dei mercati asiatici. Non continene proteine, carboidrati o grassi se non in quantità irrisorie. È invece ricco di vitamina C, come il suo parente limone.
Importante per la produzione di collagene all’interno della pelle, è un toccasana per il proprio sistema immunitario. I frutti contengono anche fibre utili per regolare il tratto digestivo e calcio per promuovere la salute della ossa.