Ore cruciali per quanto riguarda l’energia rinnovabile, la stretta gas impone al Paese nuovi obiettivi: sbloccare gli impianti fermi da anni.
Ore cruciali per quanto riguarda l’energia rinnovabile, la stretta gas impone al Paese nuovi obiettivi: sbloccare gli impianti fermi da anni. A seguito dello stallo energetico per via della guerra in Ucraina, il Consiglio dei Ministri ha sbloccato sei parchi eolici. Si tratta di una corsa insperata che fornisce nuova energia all’Italia intera, ma che non basta per il regolare fabbisogno quotidiano.
Secondo Legambiente, i parchi a energia pulita dovrebbero moltiplicarsi velocemente, ma non c’è abbastanza tempo per gli obiettivi previsti per il 2030. Se si calcola che per costruire un parco eolico ci voglio circa cinque anni, è impossibile coprire il fabbisogno energetico del Paese in tempo. Intanto, per ovviare alla drammatica situazione con Mosca, si è dato i via libera allo sblocco degli impianti di gas fermi da decenni. Con il nostro gas, non saremo quasi più dipendenti dalla Russia.
Stretta gas sull’acceleratore, il futuro dell’energia rinnovabile
Ci voleva una guerra per sbloccare tutta l’Europa dalla dipendenza dalla Russia. Draghi e il suo team stanno accelerando il processo di transizione ecologica proprio per ovviare al problema. Ad oggi, sei parchi eolici, fermi da anni, sono stati aperti, per un totale di 418 megawatt. I parchi sono situati in Sardegna, Puglia e Basilicata, e vanno a sommarsi ad altri parchi eolici e fotovoltaici aperti nei mesi scorsi. Una bella accelerazione, anche se ancora non basta per fornire energia green all’intero Paese.
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Mancherebbero circa 70 gw per completare il processo di energia verde e per diventare energicamente autonomi, lasciandoci alle spalle gli aiuti russi. Un obiettivo difficile da raggiungere per il 2030, cioè dimezzare le emissioni di CO2. Nel frattempo, si è dato il via libera all’accensione degli impianti nazionali dismessi da anni.
Secondo Legambiente, la colpa di questi ritardi sulla produzione di energia rinnovabile è strettamente burocratica. Insomma, il solito processo all’italiana, con tempi di attesa lunghissimi e rimbalzi da una parte all’altra. Per costruire un singolo campo eolico ci vogliono cinque anni, tra passaggi burocratici da Regione, Sovrintendenze e Amministrazioni locali. E intanto il tempo passa, anni per firmare poche scartoffie.
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Se si fosse agiti anni fa, puntando fortemente sull’energia verde come si sta facendo ora, l’Italia sarebbe stata quasi autonoma dal gas russo già da un decennio. In Italia, abbiamo una potenza energetica incredibile, eppure decine di impianti eolici fotovoltaici e gas sono bloccati da anni. Per sbloccarli si deve passare per un iter lunghissimo. Adesso però bisogna spingere sull’acceleratore, bisogna recuperare lo svantaggio, cambiando le regole burocratiche e sfoltendo i passaggi di responsabilità.