Decisione drastica dell’Ungheria: ripercussioni anche per l’Italia. Situazione insostenibile

La guerra tra Ucraina e Russia continua e, con essa, anche le decisioni drastiche dei paesi. Quella dell’Ungheria avrà ripercussioni anche in Italia.

Campo mais Ungheria
Campo di mais (Foto di DESPIERRES Cécile da Pexels)

Continua il conflitto nell’est Europa, continuano le immagini drammatiche delle popolazioni in fuga e dei palazzi ed ospedali ormai rasi al suolo. La guerra tra Ucraina e Russia sta devastando il mondo intero, generando decisioni drastiche anche da parte degli altri paesi. Oggi è proprio l’Ungheria a preoccupare i più.

Dopo l’innalzamento dei prezzi delle utilities, la notizia delle scorte di cibo in Cina e la scarsità di risorse primarie, oggi per la penisola arriva un’altra batosta da digerire. Lo stato con capitale Budapest ha deciso infatti di bloccare le esportazioni di mais contro il continuo aumento dei prezzi.

Da Budapest fanno sapere che non si tratta solo di mais ma anche di altri tipi di cereali come segale, orzo e avena. La notizia è tragica per molti paesi che, proprio grazie a queste risorse, riuscivano a nutrire i loro allevamenti. Il Bel Paese si trova in una situazione complicata e le conseguenze sul mercato potranno essere tragiche.

Decisione drastica dell’Ungheria: i rischi per l’Italia

Allevamento animali Ungheria
Allevamento bestiame (fonte Pexels)

Ormai è chiaro a tutti: l’Italia pagherà un caro prezzo a causa della sua dipendenza da altri paesi nell’importazione di materia prime. Proprio Ungheria ed Ucraina sono i principali fornitori di mais nel nostro paese ed è quindi chiaro che il futuro non sarà affatto roseo.

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Secondo un allarme lanciato dalla Coldiretti, 1 allevamento su 4 è a rischio chiusura. Gli animali al loro interno potrebbero essere abbattuti ed i numeri sono sconvolgenti. Si tratta di 8,5 milioni di maiali, 6,5 milioni di bovini e 6 milioni di pecore.

Le soluzioni alternative sono poche e di difficile attuazioni. La crisi della produzione mangimistica in Europa, potrebbe spingere il mercato verso quello americano ed argentino. In realtà però, i tempi per l’arrivo dei cereali sarebbero troppo lunghi ed anche la qualità sarebbe dubbia.

Nel corso degli anni, gli agricoltori italiani hanno sempre perso valore di fronte al potere delle industrie. Queste infatti si sono sempre più spinte verso mercati più economici, con una relativa perdita di mais italiano senza precedenti.

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La crisi economica che si sta affrontando è il culmine di tale situazione. Un cambio di direzione è ormai inevitabile per il Bel Paese ma non certo di celere applicazione. E nel frattempo cosa accadrà quindi? Allevamenti ed agricoltori rischiano grosso.

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