La Fondazione Idis-Città della Scienza è uno di quegli enti che fa dell’attualità del Mezzogiorno italiano il baluardo al superamento dello spettro della questione meridionale. Città della scienza è il luogo dell’innovazione, scopriamo perchè.
“Città della Scienza“– si legge sul sito della fondazione con sede a Napoli- “lavora per costruire un’economia basata sulla conoscenza, capace di creare lavoro vero e di qualità e maggiore coesione sociale. Questo progetto si sviluppa attraverso la valorizzazione delle risorse del territorio e l’attenzione al contesto europeo ed euro–mediterraneo.
La Fondazione sostiene, infatti, i suoi stakeholder territoriali (reti di scuole, agenzie, imprese, enti locali e associazioni) che divengono suoi cooperatori e bracci operativi e contribuiscono a sperimentare prodotti culturali nuovi ed a moltiplicarne gli effetti con azioni sul territorio.”
La fondazione è attenta alle esigenze del contesto europero in particolare sui temi della ricerca scientifica e tecnologica della contemporaneità. Il fulcro delle attività sorge a Napoli proprio per favorire il processo di integrazione del Mezzoggiorno italiano a livello europeo.
A sostegno di questo breve trafiletto, che compare sulla homepage del sito, ci sono i fatti. Il 2 febbraio la fondazione ha infatti deciso di celebrare la data della Convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971 promuovendo un weekend di attività all’insegna della scienza e del progresso, sullo sfondo, la tutela dell’ambiente. Vediamo di che tratta questa imortante convenzione che ha segnato una svolta nella storia dei trattati intergovernativi.
La Convenzione di Ramsar, con nome uffiale di Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale, ebbe luogo in Iran e cosituisce il primo vero trattato intergovernativo con risonanza globale, almeno negli intenti. Ha coinvolto al tavolo delle trattative numerose organizzazioni governative e istituzioni scientifiche che presero parte alla conferenza antecedente la stipula dei documenti.
Fra i partecipanti figurarono l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, il Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli e l’ente a capo della conferenza, l’Ufficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici.
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La conferenza aveva come obiettivo quello di ifluenzare le politiche ambientali riguardanti le zone umide. In particolare questi ambienti sono gli habitat primari degli uccelli acquatici, necessari quindi, alla sopravvivenza della loro specie.
Questi uccelli, difatti, devono percorrere particolari traiettorie migratorie attraversando continenti interi prima di raggiungere i luoghi deputati alla nidificazione. Città della scienza ha quindi deciso di celebrare la giornata degli ecosistemi umidi evidenziando il loro ruolo fondamentale nell’equilibrio del pianeta. Come lo ha fatto? Inaugurando un percorso di esperimenti a tema.
Seguendo il percorso guidato è possibile intrattenersi con il fenomeno della capillarità. La capillarità presiede l’insieme dei fenomeni frutto dell’interazione fra molecole di liquidi e solidi. In particolare, città della scienza mostra come attraverso di esso si possano far sbocciare dei fiori di carta.
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E ancora, più avanti, un laboratorio di insettimania rende possibile ricreare gli insetti tipici delle zone umide. In viaggio con una goccia d’acqua è invece il nome del viaggio alla scoperta del mondo dei batteri, delle alghe e dei funghi. Gli esperimenti tuttavia non si arrestano alla superficie terrestre.
Con le attività dedicate ai pianeti, Città della scienza rende accessibile al pubblico l’esperienza della realtà aumentata: attraverso il proprio smartphone si potranno osservare i pianeti visibili nella volta celeste. Ed infine, a concludere la passeggiata, c’è lo spazio dedicato ai bambini con i laboratori a tema riciclo creativo attraverso il caffè.