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Energia solare: la svolta arriva dalla Corea del Sud. Tutte le novità in merito.

Il più grante impianto ad energia solare si trova in un bacino idrico della Corea del Sud. A colpire, più di ogni altra cosa, è la forma dell’impianto: dei fiori galleggianti.

17 fiori fotovoltaici galleggianti in Corea (Dal web)

Un bacino idrico in Corea ospita delle strane piattaforme galleggianti dall’impatto davvero suggestivo. Sono fiori. La Corea del Sud è uno dei paesi più indietro su tema delle energie rinnovabili, registra infatti le più alte percentuali d’import di carburanti fossili esteri.

Eppure ci stupisce, e lo fa con grande originalità. I 17 fiori disposti lungo tutta la superficie dell’acqua, garantiscono un rifornimento energetico di 41 megawatt, abbastanza per alimentare 20.000 case. L’innovazione in Corea, sposa la bellezza.

L’energia solare sfrutta i fiori: flower power

Pannelli fotovoltaici a forma di fiore (Dal web)

Situata nell’Asia Nord-orientale, la geografia della Corea è a carattere peninsulare, come la nostra. Nella contea meridionale di Hapcheon, in Corea del sud, sorge un bacino idrico lungho almeno 19 km. Lungo tutta la sua superficie sono apparsi oggetti non bene identificati che rivoluzionano il mondo delle energie rinnovabili.

La Corea abbraccia la soluzione del solare galleggiante. L’economia asiatica decide di accelerare i tempi dell’agenda sulla salvaguardia del clima e lo fa coi fatti. Raggiunge l’obiettivo istallando 17 fiori, ebbene sì, fiori dai petali non di rosa ma di pannelli fotovoltaici.

La cerimonia di inaugurazione è avvenuta a novembre e il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, ha dichiarato che il solare galeggiante rappresenta un passo in avanti per la nazione verso il raggiugimento dell’indipendenza dal carbonio. La nazione, prevede Moon Jae-in, potrebbe emanciparsi dal materiale fossile entro il 2050 con l’obiettivo prima di allora di incrementare l’energia rinnovabile sino a 9,4 gigawatt.

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Per comprendere in percentuale di quanto stiamo parlando, 9,4 gigawatt corrispondono più o meno all’approvviggionamento energetico di 9 reattori nucleari. Anche Singapore emula la Corea iniziando la costruzione di un impianto di 60 megawatt sul bacino di Tengeh.

La soluzione è attraente soprattutto per i proprietari di serbatoi d’acqua: aggiunge un nuovo flusso di capitale alle entrate e riduce l’evaporazione dei bacini, doppiamente positivo per l‘ambiente. Un aspetto tecnico positivo relativo alla loro costruzione è che l’acqua mantiene i meccanismi elettrici a temperature normali anche quando la temperatura dei pannelli è molto elevata.

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Controindicazioni ce ne sono quindi? Purtroppo sì e riguardano i costi. A causa dei materiali d’avanguardia richiesti per la loro costruzione, i pannelli galleggianti costano il 18% in più di quelli da terra. Circa 1,4 milioni di dollari, ovvero circa il 4% del finanziamento totale per il progetto, è a carico della popolazione di Hapcheon, ci dicono i dati della Banca Mondiale.

 

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