Un recente ricerca ha mostrato quali sono i nostri reali comportamenti in relazione alla sostenibilità: i numeri parlano chiaro.
E’ uno dei temi più dibattuto negli ultimi anni e sempre più persone assumono comportamenti in linea con la sostenibilità ambientale. Una recente ricerca ha però mostrato come stanno realmente le cose e quali sono gli atteggiamenti di oggi rispetto a quelli di ieri.
Siamo tutti, o quasi tutti, consapevoli della necessità di cambiare rotta. La rivoluzione è partita proprio dai più giovani che, grazie alle manifestazioni guidate da Greta Thunberg, cercano quotidianamente di far capire che non esiste un pianeta B.
Gli eredi di questa Terra già ampiamente martoriata, sono infatti coloro che più di tutti hanno cambiato il loro stile di vita cercando di coinvolgere anche i più grandi. In molti ci sono riusciti ma in tanti stanno ancora lavorando e sensibilizzando.
Se da un lato siamo bravi nel dire che la Terra sta soffrendo a causa delle nostre stesse azioni, dall’altro lato invece i numeri di una recente ricerca indicano chiaramente come stanno le cose. Siamo davvero pronti a cambiare per il bene del Pianeta?
Sostenibilità, una ricerca rivela lo stato delle cose: i dati
Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite. Proprio per questa importante occasione, uno studio condotto da Finish ha reso noto quanto effettivamente i comportamenti degli italiani siano in linea con la tutela dell’ambiente e della biodiversità.
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Come sottolineato in precedenza, i giovani sono la generazione che si comporta meglio degli altri e che è pronta a cambiare ancora. Mentre nel 2021 soltanto il 18% dei giovani si ritenevano consapevoli della problematica, oggi la quota è salita al 39%. Un aumento importante che fa bene a tutti.
Lo stesso non si può dire per quanto riguarda i comportamenti in generale. Infatti, in questo caso, i numeri tendono a registrare flessioni e non ad aumentare. Rispetto al 2021, il 2% in meno della popolazione italiana (dal 62% al 64%) sarebbe disposta a rinunciare a qualcosa per garantire maggiore risorse alle prossime generazioni.
Ma non è tutto. Il 5% in meno della popolazione intervistata (dall’ 83% al 78%), ha dichiarato di non provare a ridurre lo spreco alimentare ed il 2% in meno (dal 77% al 74%) non prova a ridurre lo spreco di acqua, fonte essenziale per la vita animale e umana.
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Dunque, questi numeri parlano chiaro. Se negli ultimi anni molta strada è stata già fatta, tanta è ancora da fare. E’ fondamentale che quante più persone possibili riescano a cogliere il valore delle risorse che abbiamo a disposizione ed a prendere familiarità con essi.