Centrali nucleari in Francia: dove sono, quante sono e quanto inquinano

Quante sono e dove sono collocate le centrali nucleari in Francia, vediamo quanto inquinamento producono i nostri cugini d’oltralpe: i dati raccolti.

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Centrale nucleare paesaggio notturno (Unsplash)

Quante sono e dove sono collocate le centrali nucleari in Francia, vediamo quanto inquinamento producono i nostri cugini d’oltralpe: i dati raccolti. Prima di tutto, occorre fare una distinzione tra centrale e reattore. Ogni centrale può possedere più di un reattore nucleare. È proprio nel reattore che avviene il processo di fusione, che garantisce energia. Se diamo uno sguardo ai dati forniti dall’IAEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, la Francia possiede 56 reattori nucleari.

Di questi, 16 sono stati chiusi in passato, gli altri non hanno mai smesso di funzionare. Anzi, il Paese ne sta costruendo uno nuovo. L’energia che garantisce il nucleare a tutto il territorio è circa del 70%, una percentuale molto alta, soprattuto rispetto a quella generata dall’Italia, che non arriva nemmeno al 30%. Attualmente, in Francia esistono 18 centrali nucleari, disposte strategicamente su tutto il territorio.

I dati sulle centrali nucleari in Francia

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Area limitata, zona off limit (Unsplash)

La centrale di Gravelines è quella contenente più reattori in assoluto, ben sei. Sono tutte sicure e progettate con le più alte e moderne tecnologie. Eppure, la paura di una qualche esplosione c’è sempre. Lo spettro di Chernobyl o di Fukushima aleggia nella mente di tutti quanti. Per questo motivo, Greenpeace ha simulato un incidente a uno dei reattori della centrale di Tricastin, nel sud della Nazione, quasi al confine con l’Italia.

L’esperimento condotto da Greenpeace ha preso in esame un centinaio di situazioni differenti, variabili in base al meteo. Se dovesse capitare qualche danno a questa vecchia centrale nucleare francese, le nubi tossiche arriverebbero a coprire tutto il Nord Italia. Almeno 15 milioni di persone sarebbero investite da radiazioni di circa 1 millisievert (mSv) e 200 mila cittadini addirittura da 100 mSv. Significa che si dovrebbero evacuare quasi 300 mila abitanti. La centrale di Tricastin ha già subito diversi piccoli incidenti negli anni.

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Il tema dell’energia nucleare oggi è tornato più che mai, data la scarsità delle risorse prime e i nuovi assetti geopolitici. Bisogna produrre energia pulita in breve tempo e che possa garantire autonomia a una Nazione intera. Anche l’Italia, che ha dismesso le sue centrali oltre 30 anni fa, sta prendendo in considerazione di riaprirle. Occorre eliminare tutte le fonti fossili, che sono inquinanti, per combattere i cambiamenti climatici e, allo stesso tempo, dare un futuro green al mondo intero.

Centrale nucleare, è davvero energia pulita e green?

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Energia nucleare fonte alternativa (Unsplash)

Decarbonizzare significa intervenire con fonti alternative, ovvero quelle nucleari, per generare energia pulita. Ma il nucleare è davvero energia pulita? Anche queste producono rifiuti altamente radioattivi. La Francia, ad esempio, smaltisce le scorie in un villaggio a nord del Paese, interrandolo a 500 metri sotto il suolo. La lavorazione dell’uranio impoverito, usato per la fusione dell’atomo, deve essere smaltito, e così questo processo porta all’emissione di CO2.

Se l’energia nucleare è pulita, i lavori di contorno no. Anche le centrali nucleari, dunque, producono anidride carbonica. Se da una parte sono meno inquinanti rispetto alle fonti fossili, dall’altro lato non sono proprio green. Insomma, non possono essere pulite come gli impianti idroelettrici, eolici o fotovoltaici. Tuttavia, bisogna tener presente che, almeno su progetto, le nuove centrali nucleari in costruzione sfruttano maggiori tecnologie.

Quindi si presuppone che siano più efficienti e meno impattanti sull’ambiente. Ma se l’Italia ha abbondato il nucleare più di 30 anni fa, forse un motivo c’è. I costi di gestione sono altissimi, molto di più rispetto alle altri fonti alternative. Inoltre, per gestire bene una centrale nucleare, bisogna combattere anche col clima. Serve acqua per raffreddare gli impianti, e serve una temperatura costante per far funzionare gli impianti.

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Il troppo caldo o la poca acqua possono generare danni catastrofici. Non a caso, dati i cambiamenti climatici, tante centrali sono state chiuse temporaneamente per motivi di sicurezza. L’energia nucleare deve quindi far fronte anche ai cambiamenti climatici. L’instabilità del clima è un fattore di rischio che ha portato a chiudere, negli ultimi tempi, ben 98 centrali, più di quante non ne siano entrate in funzione, che sono state 95. Perciò, siamo sicuri che l’energia nucleare sia una scelta vincente?

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