Dal nome poco rassicurante, la corona di cristo è una pianta perenne dai particolari bisogni. Vediamo insieme come prendercene cura al meglio.
Col nome scientifico di Euphorbia milii, la pianta volgarmente nota come corona di cristo, è una pianta semi-succulenta che predilige i climi secchi e temperati. Cresce spontaneamente in Marocco, Iran e Italia meridionale. Il nome è di chiara tradizione biblica: è l’arbusto con cui si costruì la corona di spine di Cristo, per l’appunto.
La fioritura avviene in estate e fra ottobre e dicembre produce frutti dal sapore di mela essiccata. I fiori vengono utilizzati, a seguito del lavoro delle api, per produrre un ottimo miele. Inoltre, tostati e macinati, sono impiegati in alternativa ai chicci di caffè.
Corona di Cristo: un simbolo ma anche una specie vegetale
Questa pianta è diffusa soprattutto come pianta d’appartamento. Il motivo è legato alla bellezza della sua fioritura e alla tempra della pianta. I fiori presentano una colorazione vivacissima e la pianta è una semisucculenta, una pianta, cioè, grassa ma solo per la parte del fusto. Le foglie non presentano la tipica conformazione delle foglie succulente, sono infatti fini e sottili, di un verde intenso. Il portamento del suo fusto è eretto e in natura raggiunge anche i 2 metri di altezza.
Coltivata in vaso si attesta sui 50 cm di altezza e garantisce la fioritura per tutto l’anno. Non è quindi una pianta stagionale ma sarà da tenere nel vostro appartamento perchè, come già anticipato, predilige un clima mite. Ma come coltivare questa pianta così particolare? La Corona di Cristo non ama i ristagni idrici, partendo dal terreno dovrai quindi munirti di un terriccio piuttosto drenante.
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Utilizza se puoi dei pezzi di corteccia e della pietra pomice, anche della sabbia è una buona alternativa. L’Euphorbia ama il sole diretto. Scegliete dunque una buona posizione ma badate di garantire alla pianta anche la giusta dose d’ombra soprattutto se i climi della zona sono molto torridi. La temperatura che predilige è quella che si tiene al di sopra dei 10°C ma che non scende mai al di sotto di quelli.
Essendo una semisucculenta vanta una buona resistenza alla siccità ma attenzione a non garantirle la giusta dose d’acqua. Seppure resistente, l’Euphorbia vuole molta acqua: lascia il terreno umido fra un’innafiatura e l’altra. Predilige un concime con poco azoto all’interno. Per moltiplicare la pianta sarà sufficiente ricavare una talea dai rami e lasciare che sviluppi l’impianto radicale. Il periodo migliore per effettuare l’operazione è la primavera.
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Le talee però andranno lasciate riposare per almeno 24 ore in un vaso con dell’acqua tiepida. Ciò farà sì che la pianta butti fuori il lattice causato dall’incisione. Le talee non dovranno superare i 10 cm di lunghezza. Passato il giorno in acqua dovrete traslocare le talee in vasi con torba e sabbia.
Posizionateli in una zona con un clima attorno ai 20°C. Prima di trasferire le talee neli vasi definitivi dovrete aspettare la comparsa delle prime foglioline. La loro comparsa testimonia infatti l’avvenuta ramificazione radicale. Avendo una natura a metà fra l’arbusto e la pianta grassa l’Euphorbia andrà potata frequentemente. I rami più pesanti andranno recisi e quelli intrecciati, tipico andamento dell’arbusto, sciolti per favorire la crescita della pianta.
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