Impossibile non accorgersene: le città italiane scottano e la situazione sta diventando insostenibile. Ma quali sono quelle più calde di sempre?
Si parla spesso di cambiamenti climatici e della necessità di cambiare abitudine. I dati pubblicati dal Report Statistico dell’Istat dimostrano come il mondo sia giunto ad un punto di non ritorno. Tra i numeri presenti sul report, quelli più allarmanti riguardano le città italiane che scottano. Sempre più calde e pericolose, quali sono quelle più in vista?
Sebbene un cambiamento di rotta sembra interessare sempre più persone, in realtà non siamo forse così consapevoli di quanto le nostre azioni abbiano influito nel tempo sui cambiamenti climatici. Questo perché, nella nostra quotidianità, è difficile avvertire i sintomi di un malessere ambientale.
Il discorso cambia quando, al contrario, si assiste ad immagini devastanti. Lo scioglimento dei ghiaccia, gli animali che soffrono la fame e le città sempre più roventi, sono le condizioni più manifeste delle situazioni che stiamo vivendo. Anche i numeri parlano chiaro, proprio come quelli pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica.
Pubblicato lo scorso 29 marzo 2022, il report dell’Istat ha inteso evidenziare la situazione delle maggiori città italiane. In particolare, i capoluoghi di provincia, considerati più a rischio, hanno registrato temperature senza precedenti e che potrebbero peggiorare ancora.
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Proprio le città più ad alta densità abitativa, sono quelle considerate maggiormente a rischio. Il numero di persone presenti, l’alto numero di palazzi costruiti, i mezzi di trasporto utilizzati, rendono l’aria più inquinata e le temperature più bollenti.
Il 2020, anno funesto per il sopraggiungere della pandemia e per la scarsità di pioggia, è stato anche l’anno più caldo per i capoluoghi di provincia. Questi infatti hanno registrato un temperatura media di 15, 8 gradi centigradi dunque 1,2 gradi in più rispetto alla media registrata nel periodo 1971-2020.
Le città considerate più roventi sono diverse. Nell’elenco presente nel Report, spicca Perugia (con un aumento di 2,1 gradi rispetto al periodo di riferimento), Roma (+2°), Milano e Bologna (rispettivamente +1,9° e +1,8°) ed infine Torino (con 1,7° in più rispetto al 1971 – 2020).
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La bella stagione dura più del solito (nel 2020 si sono registrati ben 112 giorni estivi) con un relativo aumento della siccità e una conseguente scarsità di pioggia. Le ripercussioni sono inevitabili per tutti i settori: dall’agricoltura all’economia e fino alla vita stessa dell’uomo.