Caro carburanti: novità assoluta sulla benzina. Il governo ha deciso, non si torna indietro

Il recente aumento del costo dei carburanti ha messo al primo posto dell’agenda di governo un allarmante malcontento. La soluzione? Ridurre le accise su benzina e gasolio.

Caro benzina macchina
Stazione rifornimento (Foto di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay)

Il rincaro dei costi dei carburanti ha messo l’Italia in allarme. Il governo guarda al taglio delle accise come ad una possibile soluzione al problema, si spera, passeggero.

Ma il taglio delle accise è davvero la soluzione all’aumento del prezzo di gas e carburanti? Se sì, non si potrebbe toglierle del tutto? Parliamo delle manovre governative e delle conseguenze dell’esecutivo sul mercato.

Caro carburanti: la soluzione è nel taglio delle accise

Caro benzina auto elettrica
Auto elettrica (Foto di Mikes-Photography da Pixabay)

L’attuale crisi energetica, generata per metà dell’opinione pubblica dal conflitto in est-Europa e per l’altra metà da manovre economiche effettutate sotto copertura, ha bisogno di una soluzione. Il governo prova con il taglio delle accise, ma vediamo nel particolare di cosa si tratta.

Le accise sono delle imposte fisse applicate su beni come energia elettrica o carburanti. Queste imposte sono incluse nel prezzo di vendita del bene al momento dell’acquisto. Storicamente il valore dell’accisa aumenta parallelamente alle necessità avanzate dal periodo storico. Ciò significa che i bisogni emergenti durante crisi umanitarie o guerre, come la necessità di rifornimenti militari o dispositivi medici, venivano soddisfatti in parte ricorrendo all’aumento delle accise.

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Dal 1995 ad oggi le accise non sono più differenziate sulla base degli specifici canali di deficit da colmare in una determinata zona del mondo in guerra o stato d’emergenza. Le accise, oggi, rispondono ad un’unica voce indefferenziata applicabile a più settori. I tributi che il governo ricavava dall’accisa sul carburante ammontava nel 2021 a circa 23,8 miliardi di euro. Una cifra sostanziosa che spiega la reticenza mostrata sul tema di una possibile eliminazione delle imposte.

Le accise ricoprono il quarto posto sul podio delle entrate tributarie statali. Tuttavia non bisogna inneggiare al piove governo ladro! Se anche il governo decidesse di ridurre sostanziosamente il valore delle accise, non potrebbe eliminarle del tutto. Perchè? Il fatto è che l’Unione Europea ha stabilito una soglia minima imponibile sui beni energetici di tutti i paesi membri.

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L’obiettivo è quello di mantenere alta la concorrenza e favorire quindi il dinamismo interno dell’economia di mercato. Il governo quindi non può eliminare del tutto le accise per questioni internazionali e per tributi interni. C’è poi da considerare un aspetto di intuizione poco immediata: diminuire le accise è una manovra che sfavorisce la tutela ambientale.

Ebbene sì perchè minore sarà il prezzo del carburante maggiore sarà l‘incentivo al consumo e alla circolazione. Finchè la trasizione verso le auto elettriche non conoscerà una spinta importante, sarà bene ridurre le emissioni da combustibili fossili. Ciò diventa possibile se si favoriscono scelte più ecologiche in tema circolazione prediligendo, ad esempio, mezzi pubblici o bici.

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