Oms lancia s.o.s. La difficile situazione che sta vivendo il Mondo

L’Oms lancia un appello in previsione della giornata mondiale della salute. L’impatto dell’inquinamento atmosferico sulle nostre vite è allarmante.

Oms inquinamento emissioni
Emssioni fossili (Foto di Ralf Vetterle da Pixabay)

L’Organizzazione mondiale della sanità ha rilasciato un rapporto sull’indice dell’inquinamento atmosferico urbano tutt’altro che confortante. Il risultato tuttavia non sorprende se si tiene conto della crisi climatica globale che viviamo quotidianamente come effetto primario dell’incuria ambientale.

L’inquinamento atmosferico è il risultato dell’immissione nell’aria di sostanze chimiche provenienti da capannoni industriali, fabbriche e macchine. Scopriamo nel dettaglio cosa dichiara l’Oms e quali sono le conseguenze di questo stato di cose sulle nostre vite.

Oms dichiara: “sette milioni di morti a causa dell’inquinamento atmosferico”

Oms inquinamento traffico
Traffico navale (Foto di Chris LeBoutillier da Pixabay)

Sono le attività umane le dirette responsabili del riascio nell’atmosfera terrestre di agenti fisici dannosi. Sono per lo più sostanze chimiche che vanno a squilibrare il normale livello di composizione atmosferico. L’immissione di simili componenti come il carbonosio, gli idrocarburi e gli inquinanti biologici, come l’antrace, ne determinano una sostanziale alterazione.

Quattro anni fa l’Oms stimava che circa il 90% della popolazione mondiale subiva gli effetti deleteri dell’inquinamento atmosferico. Ad oggi, di fatto, il 99% degli abitanti del pianeta respira aria inquinata. Questo è il risultato del Rapporto del 2022 redatto a pochi giorni di distanza dalla giornata mondiale della salute. I nuovi dati sono stati raccolti a partire da uno studio su 6.000 città di 117 paesi e il responso è che a patire maggiormente il fenomeno sono i paesi più poveri.

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Maria Neria, capo del dipartimento di salute pubblica e ambiente, definisce inaccettabili le milioni di morti causate dall’inquinamento atmosferico. Come riporta l’Ansa, anche il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha sottolineato l’urgenza di muoversi rapidamente nella direzione della transizione ecologica.

I diretti interessati sono ancora una volta i combustibili fossili, colpevoli dell’inquinamento dell’aria urbana e, in alcuni casi, rurale. Gli impianti di riscaldamento, il traffico, le attività industriali e gli impianti di produzione energetica descrivono la cartolina della nostra epoca. Le immissioni nocive contaminano l’atmosfera con ossidi di azoto, zolfo, ossidi di carbonio (la famosa C02), idrocarburi, ozono (dalla eco familiare), piombo, particolato e altri metalli pesanti.

In prima linea fra gli inquinanti outdoor ci sono le automobili, ma anche il traffico aereo, ferroviario e navale. Il traffico automobilstico rappresenta la principale causa di emissioni di ossido di azoto e polveri sottili. I tubi di scarico sono quindi sul podio dell’inquinamento atmosferico, che siano di treni, macchine, navi o aerei.

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Seconda al traffico automobilistico, l’attività industriale immette nell’aria la maggior parte dei gas a effetto serra, quelli che determinano il danno maggiore per l’ambiente. L’attività industriale completa il ciclo vitale del tardo capitalismo rilasciando inquinanti nell’acqua e nel suolo, producendo rifiuti e consumando energia.

Speriamo che la strada per la mobilità sostenibile si dimostri più breve di quanto previsto e che il passaggio ad auto elettriche ed energie rinnovabili diventi presto una realtà collaudata.

 

 

 

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